Giovanni Toti non vuole l’emergenza Coronavirus ma proroga l’emergenza Ponte

Parlava di golpe per la proroga dello stato di emergenza. Ma il Ponte...

Il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti è stato uno dei governatori più critici nei confronti della proroga dell’emergenza Coronavirus da parte del governo Conte: “Il governo chiarisca subito il significato della proroga. Se qualcuno pensasse di utilizzare  una legge speciale per rinviarele elezioni, o peggio ancora per  chiudere in casa gli italiani, questo avrebbe un solo nome: golpe!”, diceva il 12 luglio scorso. Peccato che, come racconta oggi il Fatto Quotidiano, lo stesso Toti sia attualmente impegnato in un’altra proroga piuttosto peculiare:



È lo stesso Toti che nemmeno un mese dopo chiede e ottiene – per un anno intero – la proroga di un’altra emergenza, quella per il crollo del ponte Morandi di Genova. Che al contrario  dell’emergenza sanitaria, dopo due anni dal disastro è quasi impalpabile: il nuovo viadotto è stato appena  inaugurato e gli strascichi sulla vita quotidiana dei genovesi, ormai, del tutto scomparsi. Ma c’è un dato decisivo: il commissario delegato all’emergenza ponte è proprio Toti, che grazie alla proroga, nei prossimi mesi, spera di intestarsi nuove elargizioni alle imprese e persino il rinnovo di centinaia di posti di lavoro. Un asso nella manica che potrà tornare utile in vista della campagna elettorale.



All’articolo 2 il decreto Genova ha previsto un  piano di assunzioni straordinarie, a tempo determinato, in enti locali e società controllate, per tamponare una serie di urgenze post-crollo. Operatori ecologici a rimuovere i detriti, vigili urbani a gestire la viabilità, funzionari pubblici a evadere le pratiche per gli indennizzi. Sono 316 i contratti di questo tipo, in scadenza a fine 2020. Le assunzioni vanno approvate dal commissario straordinario e Toti ha appena lanciato un messaggio preciso: saranno rinnovati.

Anche se quelle esigenze non sussistono più: la viabilità in  Valpolcevera è tornata regolare, i  resti del vecchio Morandi smaltiti da tempo e gli aiuti economici distribuiti alle imprese, almeno fin dove permesso dalle contraddittorie scelte della stessa Giunta. E qui veniamo all’altro tesoretto che Toti spera di distribuire: quei 13 milioni e passa di fondi per la ripresa ancora inutilizzati, su cui la Corte dei Conti ligure ha espresso preoccupazione. Si tratta di una parte dei 30 milioni stanziati dall ’articolo 4-ter del decreto Genova per le indennità “una  t a n t u m”a imprenditori e autonomi (15 mila euro) e per la cassa integrazione in deroga.



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