Giorgia Meloni dice che lavorerà per applicare il “diritto a non abortire” (che esiste già) | VIDEO

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La propaganda sulla legge 194 prosegue da parte della leader di Fratelli d'Italia, confermando il suo impegno per garantire un diritto che già esiste

C’è un presupposto che ha portato il Parlamento italiano, nel lontano 1978, ad approvare e far entrare in vigore la famosa legge 194, quella sul diritto all’aborto: permettere a tutte le donne che vivono sul territorio italiano di procedere all’interruzione di gravidanza in base ai presupposti previsti dalla normativa. Insomma, un’iniziativa legislativa per andare a colmare un vuoto giuridico che impediva di andare in quella direzione. Oggi, nel 2022, i politici continuano a fare propaganda su questo tema. Non potendo, essendo un tema molto caro a buona parte dell’opinione pubblica, sostenere l’ipotesi di una cancellazione di quel diritto acquisito, si lanciano battaglie del tutto inesistenti. Come quella di Giorgia Meloni che continua a ripetere che, una volta al governo, vorrà garantire alle donne il diritto a non abortire. Come se questa possibilità già non esistesse.



Giorgia Meloni e l’assurda propaganda sul “diritto a non abortire”

Nel corso della sua intervista (la stessa in cui ha acuito uno strappo con Matteo Salvini sullo scostamento di bilancio) con il Tg di La7, in collegamento con Enrico Mentana ha risposto a una domanda sulla legge 194. E dopo un incipit piuttosto polemico è tornata a cavalcare il tema del diritto di non abortire.



“Io non voglio abolire la legge 194 sull’aborto, non voglio modificarla. Io voglio applicarla interamente, che significa anche tutta la parte che riguarda la parte della prevenzione che significa aggiungere diritti e non toglierli. Se esiste una donna che sceglie di abortire perché ritiene di non avere un’alternativa, ma vorrebbe avere un’alternativa, per esempio chi abortisce per ragioni economiche ma vorrebbe avere un’alternativa, vorrei darle quell’alternativa. Questo è togliere diritti o dare diritti? Perché io continuo a leggere tutte queste presunte femministe, molte in realtà la pensano in maniera diversa, che dicono di non votare per me perché toglierà i diritti alle donne… Esattamente quali sono i diritti che vorrei togliere? Il diritto a cosa? Il diritto all’aborto no, quello al divorzio no, quello a lavorare non credo proprio, a mettersi lo smalto?”.

Il problema alla base di tutto questo discorso è il tema principale: parlare di diritto a non abortire. Non c’è nessuna legge in Italia che impedisca a una donna di portare a termine una gravidanza. Non vi sono ostacoli in questo senso (nella direzione opposta, invece, ve ne sono molti come i medici obiettori di coscienza). Ma Giorgia Meloni fa leva sull’aspetto economico che, ovviamente, è un argomento a latere dell’intera questione. Perché se è vero che alcune donne decidono di abortire anche per problemi legati all’economia personale, occorre sottolineare come lo Stato debba intervenire capillarmente su tutto quel substrato che provoca questa situazione: precarietà lavorativa, contratti che non permettono di avere diritti (come maternità e congedi parentali) e stipendi bassissimi. E su questo ultimo tema, per esempio, il centrodestra non ha la minima intenzione di recepire la direttiva europea sul salario minimo. Insomma, fattori economici esistenti ma che vengono utilizzati per parlare di “diritto a non abortire”. E in questa direzione va anche un pensiero di Francesca Schianchi su La Stampa:



“Aiutare una donna che eventualmente volesse tenere il figlio e fosse frenata solo da problemi economici è certamente un impegno giusto e doveroso: ma che fare di tutte le altre, di quelle che consapevolmente, per mille e una ragione che non si risolvono con un assegno, decidono una strada diversa? Siamo un Paese in cui, a 44 anni dall’approvazione di una legge benedetta anche dal mitico “popolo”, che bocciò al referendum l’abrogazione, troppe ancora denunciano un percorso lastricato di giudizi brutali e mortificazioni. La percentuale bulgara di medici obiettori rende in alcuni ospedali difficilissimo esercitare un diritto, le linee guida sull’uso della pillola abortiva Ru486 non sono state seguite ovunque. Forse, in un Paese così, «applicare integralmente» la legge dovrebbe voler dire anche e soprattutto rimuovere quegli ostacoli. Per consentire a ogni donna di fare la propria scelta in modo libero e consapevole”.

Perché la legge sull’aborto fornisce un diritto che spesso si trova di fronte a ostacoli insormontabili. Quella sul diritto a non abortire esiste già. Senza obiettori.