Durante la campagna elettorale, aveva fatto molto discutere la decisione di Italexit di puntare tutto su personaggi “particolari” e vicini ad ambienti di estrema destra come Casapound. E oggi i risultati delle proiezioni sono impietosi per il movimento antisistema fondato nel 2021 dall’ex 5 Stelle Gianluigi Paragone, da sempre a sostegno di tesi no-euro, no-green pass e filo-putiniane: stando alla seconda proiezione di Opino Rai per il Senato, Italexit è data appena all’1,9%. Un risultato, questo, che di fatto esclude Paragone e i suoi dal Parlamento. Secondo il Rosatellum, infatti, un partito che ottiene almeno l’1% ma non raggiunge il 3% deve “cedere” i suoi voti agli altri partiti di coalizione. Nel caso non ottenga nemmeno l’1%, invece, i voti di quel partito vanno praticamente perduti.
Alla vigilia delle elezioni, il leader di Italexit Gianluigi Paragone si era detto molto fiducioso sul superamento della soglia del 3%, augurandosi, stavolta, che “il ministero dell’Interno non si metta di traverso, concedendo il bis di quello che mi è successo a Milano”, aveva detto in riferimento a quanto era avvenuto alle ultime comunali nel capoluogo lombardo, quando Italexit, con Paragone candidato sindaco, si era fermata sotto la soglia di sbarramento e il ricorso per il riconteggio dei voti era stato bocciato dopo alcune verifiche della Prefettura.
Sulla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, Paragone aveva invece dichiarato: “Mi sembra che ormai la Meloni abbia dato tutte le garanzie ai mercati finanziari, ha dato le garanzie a Mattarella, ha detto sì all’agenda Draghi Quindi io su quei punti non ci sono per niente. Dalle dichiarazioni che fa la Meloni è così, ma anche dalle dichiarazioni dei suoi. Addirittura, Urso ha detto che grazie alla Meloni e a Draghi abbiamo riacquistato prestigio internazionale E’ lui che ha affiancato il nome della Meloni a quello di Draghi”.