La polizia israeliana carica con granate stordenti e manganelli il corteo che porta in spalla la bara di Shireen Abu Akleh, la giornalista di Al Jazeera rimasta uccisa in uno scontro a fuoco mentre documentava un’operazione delle Forze di difesa israeliane (Idf) in un campo profughi a Jenin lo scorso 11 luglio. Il feretro della cronista di cittadinanza americana e fede cattolica veniva trasferito dal Saint Louis French Hospital nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est verso la Porta di Giaffa nella Città Vecchia di Gerusalemme, dove è stata organizzata la cerimonia funebre.
“The Israeli army is asking people if they are Christian or Muslim. If you’re Muslim you weren’t allowed in.” – @ajimran
Israeli occupation forces are attacking Palestinians during the funeral of killed Al Jazeera journalist Shireen Abu Akleh. pic.twitter.com/Xq3VkeOCqn
— Al Jazeera English (@AJEnglish) May 13, 2022
Secondo la polizia israeliana, centinaia di partecipanti alla processione avrebbero provocato gli agenti con un lancio di sassi. I palestinesi invece affermano che tutto sia iniziato con il lancio di alcune granate stordenti in dotazione alle forze dell’ordine. Immagini diffuse da al Jazeera mostrano gli scontri fra i soldati e la folla: cariche e botte indiscriminate, con la bara contenente il corpo di Shireen Abu Akleh portata a spalla che rischia di cadere a terra. Nel corso della giornata di ieri la polizia israeliana avrebbe rimosso con la forza la bandiera palestinese dall’abitazione della giornalista.
Una nota dell’esercito ha riferito che non è stato possibile determinare l’origine della sparatoria nella quale la cronista ha perso la vita. “L’indagine – si legge – mostra che ci sono due possibilità per l’origine della sparatoria che l’ha uccisa”. La prima opzione è quella di un fuoco pesante da parte di “uomini armati palestinesi”. L’altra è che durante la sparatoria, uno dei soldati israeliani abbia sparato “alcuni proiettili da una jeep usando un mirino telescopico contro un terrorista che stava sparando al suo veicolo”: “È quindi possibile – si legge – che la giornalista che stava vicino al terrorista sia stata colpita”. Il presidente dell’Anp Mahmoud Abbas ha rifiutato l’offerta israeliana di un’indagine congiunta e ha detto di essere intenzionato a presentare il caso davanti alla Corte penale internazionale.
(immagine di copertina: screenshot diretta Al Jazeera)