Un nuovo focolaio di Coronavirus si è sviluppato nella Comunità Shalom a Palazzolo sull’Oglio in provincia di Brescia. I medici della ATS hanno trovato 15 positivi asintomatici, quattro ragazzi e undici ragazze su 210 ospiti della comunità che si occupa dal 1986 della riabilitazione e reinserimento sociale dei tossicodipendenti con patologie associate. L’ATS tornerà a testare chi vive nella comunità il 18 luglio, ovvero 15 giorni dopo il primo tampone.
La Shalom fa sapere su Facebook di aver messo in quarantena i 15 positivi asintomatici e ha spiegato che i bambini che vivono come ospiti sono tutti negativi: “In questi giorni abbiamo avuto in Comunità i Medici della ATS di Brescia che hanno fatto il Tampone a Tutti… (come già fecero a fine Aprile). Nulla di Grave… Alcuni Positivi Asintomatici (Nessuno Sta Male) nello Specifico 4 Ragazzi su 130 e 11 Ragazze su 80 ed I Bambini Tutti Negativi! Ovviamente Come è Giusto Agire… Abbiamo messo in Quarantena 15 Persone che Ripetiamo; Stanno Bene! Il 18 Luglio verrà effettuato il Secondo Tampone…”.
Suora Rosalina Ravasio, che gestisce la struttura, ha spiegato che l’Ats ha effettuato sul posto i tamponi a tutti gli ospiti della Comunità. Tutti gli ospiti sono ora monitorati. Ieri il bollettino di Regione Lombardia segnalava 17 nuovi positivi tra Brescia e provincia. Gli isolamenti domiciliari sono tornati a salire e da 336 di ieri si è arrivati ai 350 delle ultime ore. I guariti sono 10675 su 13649 malati dall’inizio della pandemia. I decessi rimangono fermi a 2528.
Sono invece settanta i lavoratori positivi e duecento quelli messi in quarantena nei 5 macelli e salumifici del Mantovano che costituiscono il focolaio al momento più preoccupante in Lombardia anche se, assicurano fonti sindacali e sanitarie, “la situazione è sotto controllo”. I dati sono riferiti da Ats Val Padana, contattata dall’AGI, con la precisazione che in seguito allo screening a tappeto risultano avere contratto il coronavirus 54 lavoratori domiciliati in provincia di Mantova, 4 in quella di Cremona e i restanti in Emilia Romagna. I lavoratori sono per lo più italiani, indiani, ghanesi e in misura minore dell’est Europa. Al momento una sola persona risulta ricoverata in condizioni non gravi, mentre la maggior parte non presenta sintomi oppure ne ha di lievi.