Quasi trentamila coppie hanno intenzione di farne richiesta in tutta Italia, ma la fecondazione eterologa è disponibile nel paese solo in alcune regioni, per ora. In quelle i cui presidenti e assessori alla Salute hanno cominciato a regolamentare la procedura dopo che la Corte Costituzionale ha distrutto la legge 40 e il governo, dopo tre mesi di lavoro, ha mollato tutto al parlamento rifiutandosi di prendere una decisione. In Lombardia la giunta ha deciso ieri, e l’ha fatto nella maniera più disincentivante: ha infatti sentenziato che la fecondazione eterologa sarà economicamente a carico di chi ne fa richiesta. Quanto? Si parla di un costo che va dai 600 ai 3000 euro.
LA FECONDAZIONE ETEROLOGA A PAGAMENTO IN LOMBARDIA
Spiega il Corriere della Sera che quella della Lombardia…
È una linea d’intransigenza unica in Italia, su cui pesa la posizione degli esponenti politici appartenenti a Comunione e liberazione (riuniti in Ncd), che da giorni vanno ripetendo:«Non possiamo diventare il gametificio d’Italia». L’allusione è al fatto che proprio in Lombardia c’è la maggiore concentrazione di centri per la Procreazione medicalmente assistita(60) a livello italiano. E l’obiettivo è disincentivare il più possibile le richieste.
La delibera prende atto del documento sulla fecondazione eterologa uscito dalla Conferenza delle Regioni, attraverso un’applicazione restrittiva delle norme. Palazzo Lombardia ha stabilito che il costo della prestazione, in attesa che il governo decida se inserire nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) l’eterologa, e’ a carico dell’assistito. Sulla questione costi Mantovani ha spiegato che «queste attività sono da considerarsi a carico degli assistiti» e le tariffe di riferimento «verranno individuate con un atto successivo. Sui costi – ha aggiunto l’assessore – faremo una valutazione, sono molto variabili» e la forbice sarebbe compresa tra i 600 e i 3mila euro. All’eterologa, poi, si potrà accedere «solo in caso di infertilità o sterilità assoluta e irreversibile». Sono autorizzati «i 60 centri lombardi di I, II e III livello gia’ autorizzati per l’omologa e iscritti presso l’Istituto Superiore di Sanità». Tuttavia, con l’approvazione del provvedimento di giunta, «sono sospese le procedure per il rilascio di nuove autorizzazioni per le attività di procreazione medicalmente assistita». I centri autorizzati, ha spiegato Mantovani, «potranno procedere all’approvvigionamento di gameti dall’estero ma non comprarli, perché il commercio di gameti è vietato». Sul no alla doppia eterologa (nel caso di coppie in cui entrambi i componenti siano sterili) la Regione ha dovuto però fare un passo indietro. La Consulta, infatti, ha stabilito che va garantita e dunque la Lombardia non ha la facoltà di bloccarla. Il registro regionale dei donatori, ha comunicato Mantovani, sarà «affidato alla Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico». Infine, è stato chiarito che alle regole stabilite dalla Regione dovranno sottostare tutte le strutture sanitarie, anche quelle private.