Ci sarà il secondo turno. Le elezioni che si sono tenute in Brasile non hanno portato a quel risultato pronosticato (ma non sicuro) alla vigilia del voto. Luiz Inácio Lula da Silva, già Presidente dal 2003 al 2011, si è fermato a un passo dalla maggioranza del 50% e ora dovrà vedersela, in un testa a testa senza altri rivali, al ballottaggio con il Presidente uscente Jair Bolsonaro.
Ontem falei que toda a eleição eu quero ganhar no 1° turno, mas nem sempre é possível. Mas a crença que nada acontece por acaso me motiva. Todas as pesquisas nos colocavam em 1° lugar, e sempre achei que nós iríamos ganhar. E nós vamos. Isso é só uma prorrogação.
— Lula 13 (@LulaOficial) October 3, 2022
Quando mancano pochissime sezioni ancora da scrutinare, l’esito della tornata elettorale (che oltre al capo di Stato serve per formare il nuovo Parlamento), l’uomo che riuniva i principali partiti di sinistra si è fermato al 48,4%, mentre il rivale che rappresenta l’estrema destra conservatrice ha conquistato il 43,3% dei consensi. Le previsioni della vigilia sono state confermate solamente in parte. Perché la partita a due tra Lula e Bolsonaro c’è stata, ma il leader della sinistra verdeoro non è riuscito a ottenere quel 50% richiesto per evitare il ritorno alle urne. Ora i cittadini brasiliani saranno richiamati alle urne a fine mese: il ballottaggio, infatti, è previsto per domenica 30 ottobre.
Tutto come previsto, o quasi. Perché il secondo turno rischia di offrire sempre qualche sorpresa. Ma Lula, nella sua prima dichiarazione dopo la pubblicazione dei risultati delle elezioni Brasile, continua a essere fiducioso:
“È solo rimandato, la lotta continua. Non ho mai vinto una elezione al primo turno, il ballottaggio è una opportunità di maturare le proposte”.
E anche Bolsonaro (che si era detto pronto a non riconoscere l’esito delle elezioni per via del voto elettronico da lui contestato) pare essere soddisfatto del risultato:
“Approfitterò del secondo round per dimostrare la bontà della politica del governo federale di fronte alla pandemia, citando dati economici”.
Dati economici che, in realtà, parlano già: inflazione al 12% nel primo semestre del 2022 e 686mila decessi per Covid. Con la gestione della pandemia (spesso toccando temi negazionisti, con fake news sui vaccini) che è stata aspramente contestata al Presidente uscente.