E Giorgetti propone Draghi premier di un governo di tutti

Il numero due della Lega apre all'ex governatore della Banca Centrale Europea come presidente del Consiglio. La Meloni si era già arrabbiata per l'ipotesi presidenza della Repubblica

Ieri Matteo Salvini ha proposto un Comitato di Salvezza Nazionale con tutti i partiti dentro al posto del governo Conte Bis a rischio crisi. Oggi Giancarlo Giorgetti in un’intervista rilasciata ad Alberto Mattioli su La Stampa dice che vedrebbe bene a guidarlo Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea:



«È evidente al mondo intero che il governo in carica è diviso su tutto e di conseguenza incapace di decidere alcunché. Non sa se durerà tre giorni, tre mesi o tre anni. L’unica certezza è l’incertezza. Quindi bisogna stabilire cosa sia davvero l’interesse del Paese: impedire a Salvini di andare a governare o risolvere alcune questioni urgenti e poi votare? La più antica democrazia del mondo, il Regno Unito, era in una fase di stallo politico e per uscirne ha fatto decidere il popolo».

Nell’attesa, un governo che faccia poche cose chiare.
«È un’iniziativa di Salvini per la quale non nutro grandi speranze. I palazzi della politica sono sordi a un sentimento diffuso nella società civile. Ma il tempo che i palazzi credono di guadagnare è tempo perso per il Paese».



Perché dice che non nutre grandi speranze?
«Perché mi sembra che l’atteggiamento prevalente fra chi oggi governa sia un altro, cioè tiriamo a campare non facendo un c… nella speranza di logorare Salvini. Il problema è che questo stallo non logora Salvini, ma l’Italia e i suoi responsabili. Come un Andreotti rovesciato: stavolta il potere logora chi l’ha».



Sull’ipotesi di un Conte Tre però non ha risposto.
«Credo che sarebbe difficile spiegarlo agli italiani. Mi sembra che le personalità non manchino, per esempio qualcuno attualmente disoccupato che gode di prestigio, ha fatto bene in Europa e così via. Why not? ».

Perché no? È lo slogan con il quale Salvini ha dato il via libera per il Quirinale a Mario Draghi…
«Il nome l’ha fatto lei».

Non è che questa improvvisa svolta della Lega sia un modo per riprendersi la scena dove è apparso l’imprevisto delle Sardine?
«Responsabili lo siamo sempre stati. Le Sardine credo che siano un’invenzione di qualche mente lucida di scuola bolognese, tipo un ex presidente dell’Iri ed ex commissario europeo, e serve per togliere spazio da sinistra al M5s e per disinnescarlo definitivamente. Per il resto non credo che cambi molto la situazione, anche perché non si capisce esattamente cosa le Sardine vogliano».

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