Non sono trascorse neanche 48 ore dal voto con cui il Senato si è impegnato a riconoscere la cittadinanza italiana a Patrick Zaki e subito arrivano le prime marce indietro. Una su tutti, la più importante, quella del Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, che ha voluto in qualche modo prendere le distanze dai 208 senatori che si sono espressi favorevolmente e slegando, di fatto, il governo da ogni coinvolgimento.
La questione della concessione della cittadinanza italiana a Patrick Zaki è “un’iniziativa parlamentare in cui il governo al momento non è coinvolto” ha detto il premier, scatenando, come era prevedibile, un’ondata di reazioni dal mondo della politica e non solo.
“A una domanda di @lucasappino sulla cittadinanza italiana a #PatrickZaki, il Presidente del Consiglio ha risposto che è una iniziativa parlamentare. Che, però, chiede al governo di fare la sua parte, aggiungo io. E spero che il governo sarà conseguente alla richiesta del Senato”. Lo scrive su Twitter Filippo Sensi, deputato del Pd.
Ma l’ex portavoce di Renzi, alias nonfump, non è l’unico ad aver preso una posizione critica nei confronti di Draghi. Molto più dure le parole di Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana.
“Mi spiace contraddire il Presidente del Consiglio Draghi, ma su Patrick Zaki in conferenza stampa ha detto una sciocchezza, quando ha affermato che il governo non è coinvolto” ha detto Fratoianni. “Il voto del Senato sulla mozione – prosegue l’esponente dell’opposizione di sinistra – impegna il governo su 5 punti a partire dal conferimento della cittadinanza italiana”. “Non voglio neanche per un momento pensare – conclude Fratoianni – che all’interno della maggioranza che sostiene questo governo, si sia voluto fare solo un po’ di propaganda sul dramma che sta vivendo il giovane universitario incarcerato ingiustamente”.
“Il governo al Senato si è impegnato. Con tutte le riserve del caso, ma si è impegnato. Se l’esecutivo si tira indietro dopo due giorni, è un brutto segnale francamente”, ha affermato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International.