Don Antonio Zanotti: l’accusa di abusi per il fondatore di Oasi 7

Categorie: Attualità, Fatti

Un ragazzo che viveva da quattro anni nella sua comunità ha raccontato di come sia stato costretto a diventare l’amante del frate cappuccino, di essere stato minacciato e infine picchiato quando aveva deciso di scappare

Don Antonio Zanotti, fondatore della comunità di accoglienza per profughi e minori in difficoltà «Oasi 7», è accusato di abusi nei confronti di un ragazzo che viveva lì da quattro anni. A parlarne è Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera che racconta come sia stato costretto a diventare l’amante del frate cappuccino, di essere stato minacciato e infine picchiato quando aveva deciso di scappare proprio per sottrarsi a«un’esperienza terribile per cui ho anche tentato di togliermi la vita».



Don Antonio Zanotti: l’accusa di abusi per il fondatore di Oasi 7

Il ragazzo è assistito dall’avvocata rotale Laura Sgrò, che ha segnalato la vicenda ai vertici della Santa Sede e alla magistratura, mentre altri due ragazzi sarebbero pronti a testimoniare lo stesso tipo di abusi, dopo aver depositato una testimonianza presso lo studio di Annamaria Bernardini De Pace.

«Nei primi mesi — racconta nella denuncia — mi sentii accolto dal frate e dalla comunità, ma notai subito l’eccessivo lusso nel quale era abituato a vivere padre Zanotti, molto lontano dai costumi francescani. Per circa un anno svolsi attività lavorativa in cambio di solo vitto e alloggio, nonostante padre Zanotti mi avesse promesso una assunzione regolare in tempi brevi presso la cooperativa “Rinnovamento” di Antegnate in provincia di Bergamo.



Dopo circa 3 mesi dal mio ingresso all’“Oasi 7” il frate cominciò ad approcciarmi sessualmente, prima con abbracci, poi dopo avermi invitato a bere nella sua stanza. Nonostante non fosse mio desiderio avere rapporti sessuali con il frate, non riuscivo a oppormi.  Padre Zanotti cominciò a farmi dei regali costosi, qualunque cosa chiedessi me la acquistava. Se accondiscendevo alle sue richieste, mi faceva trovare dei soldi».



Il ragazzo molla Oasi 7 dopo un anno, poi torna in seguito alle rassicurazioni del frate sul lavoro e sull’alloggio. E lì, secondo l’accusa, ricomincia il calvario.

Le accuse a Don Antonio Zanotti

Il giovane racconta di aver anche preso del Viagra su consiglio del sacerdote e di essere stato picchiato dopo aver nuovamente abbandonato la comunità. Ad aggredirlo due ragazzi di nazionalità albanese che vivevano da Don Zanotti, avvertendolo poi di non farsi più vedere a l’Oasi 7.  La comunità si trova al confine tra le province di Bergamo e Cremona, tra i paesi di Antegnate, Campisico di Capralba, Boffalora d’Adda. «Qui c’erano solo cascine abbandonate – raccontava il prete al Giornale qualche tempo fa – e io avevo tante anime da raccogliere: prostitute, drogati e malati psichici a cui le famiglie non erano in grado di badare, ragazzi alla deriva. Hanno costruito quasi tutto loro e io, ad essere sincero, non avevo neppure i permessi… Sono andato avanti lo stesso e alla fine i Comuni mi hanno aiutato».

Nel Villaggio «Terra Promessa» ad Antegnate sorgono 24 alloggi unifamiliari per l’accoglienza di anziani soli autosufficienti ma anche, come nelle altre comunità, di profughi africani provenienti dalla crisi libica: in tutto sono una settantina. Nella stessa località sorge «Oasi 7A», una comunità protetta di ambito psichiatrico che ospita una decina di giovani. «Casa Mahima» a Boffalora d’Adda, invece, accoglie una quindicina di tossicodipendenti, mentre il villaggio «Oasi 7M Silvia» assiste 25 nuclei di ragazze madri con minori in situazioni di disagio: in tutto una sessantina di persone.

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