Lunedì l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato aveva annunciato un’ordinanza per multare chi non portava le mascherine quando si trovava insieme ad altre persone. “Stiamo lavorando a un atto di concerto con il governo. Se c’è bisogno di misure più stringenti a Roma, saranno necessarie in tutto il Paese. Abbiamo notato un calo diffuso e generalizzato della tensione”, aveva detto D’Amato a Repubblica: “Quando sarà pronta l’ordinanza? Ci lavoreremo nelle prossime ore, assieme ad altre misure”.
Oggi il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti smentisce il suo assessore e si rimangia l’ordinanza: “Per ora non procederemo con una ordinanza su obbligo mascherina, ma riprenderemo una forte campagna di informazione per invitare tutti alla responsabilità e a rispettare le regole. Faccio un appello ai sindaci a emettere, lì dove necessario, ordinanze per limitare ed evitare assembramenti”.
Il tutto accade non solo mentre l’indice di contagio RT del Lazio è uno dei più alti d’Italia – è il secondo dopo il Veneto e insieme alla Toscana – ma anche dopo che la Regione nei suoi bollettini sul Coronavirus ha denunciato a più riprese la nascita di focolai (d’importazione e non, ma ai fini del contagio cambia poco). E francamente non se ne capisce il motivo, visto che o la situazione è di emergenza o non lo è. Non si può essere incinte ma soltanto un pochino. O meglio, forse nella politica italiana sì.