Due giorni fa Luigi Di Maio ha concesso un’intervista a Riccardo Iacona a Presa Diretta. Nel corso della trasmissione il vicepremier, ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro nonché Capo Politico del MoVimento 5 Stelle ha risposto ad una domanda del conduttore sullo stato delle reti idriche italiane. Come tutti sanno quello per l’acqua pubblica è uno dei cavalli di battaglia del M5S, che da sempre lotta per l’acqua pubblica (senza aver ben capito cosa significa).
Di Maio spiega subito che «l’obiettivo del ritorno all’acqua pubblica è anche un tema culturale del Paese perché l’acqua è quello per cui noi siamo costituiti per oltre il 90%». Ora, a parte la classica sintassi del vicepremier si evince che in Italia l’acqua deve essere pubblica perché gli italiani sono costituiti d’acqua. Non è chiaro cosa accade a quelli che non hanno la fortuna di essere italiani o vivono in un’altra nazione.
Ma la cosa più interessante è scoprire che Di Maio crede che gli italiani (e perché no, anche gli altri esseri umani) siano costituiti da oltre il 90% d’acqua. Un po’ come le meduse insomma.
A quanto pare il nostro brillante ministro ha confuso un 9 con un 6, il corpo umano è infatti composto da circa il 60% d’acqua (e l’acqua copre il 71% della superficie del Pianeta Terra). Ed è vero, l’acqua è un bene essenziale per la vita (quella degli uomini e quella delle meduse).
Come prevedibile l’Interwebs è andato a nozze con la rivelazione del vicepremier e – a parte qualche arrampicata sugli specchi di tenta di spiegare che Di Maio non ha detto che siamo fatti al 90% d’acqua (l’ha detto) – la maggio parte si è concentrata a sfottere il Capo Politico del MoVimento, che avrà pure tanti problemi ma di sicuro non quello della matematica. In fondo anche nel governo del cambiamento sono soliti dire numeri a caso.