Il declino demografico dell’Italia

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Dal 2014 al 2018 persi ben 677mila abitanti. Mai così poche nascite nella storia del Paese

Nel 2018 sono stati iscritti all’anagrafe 439.747 bambini, nuovo minimo storico registrato dall’Unità d’Italia(1861). A certificarlo è l’Istituto di Statistica nel «Bilancio demografico 2018» che riporta altre cifre sul declino demografico: nel 2018, rispetto all’anno precedente, abbiamo perso 18mila neonati, con una flessione delle nascite pari al 4%. Nel frattempo diminuisce anche la popolazione residente: al 31 dicembre 2018 siamo a quota 60 milioni e 359.546 persone, cifra scesa di 124 mila unità rispetto all’anno prima e di oltre 400 mila rispetto a quattro anni prima. La sociologa Chiara Saraceno spiega su Repubblica:



Si stima che negli ultimi anni siano emigrate, in modo più o meno temporaneo, circa 500.000 persone, anche se non tutte si sono cancellate dall’anagrafe. Tra queste ci sono “nuovi italiani”, ovvero stranieri che sono tornati al loro paese di origine, o sono andati in un altro paese, dopo aver acquisito la cittadinanza italiana.

Ci sono pensionati allettati da paesi con il costo della vita più basso e che offrono un sistema di tassazione favorevole a chi sposta lì la propria residenza (sottraendo all’Italia parte della base fiscale). Ma ci sono anche molti giovani, spesso ad alta qualificazione, che non trovano in Italia opportunità professionali adeguate e portano altrove le proprie capacità, incluse quelle riproduttive.



Le nascite in Italia (Il Messaggero, 4 luglio 2019)

A frenare in parte l’evidente declino demografico è solo la crescita delle presenze straniere lungo tutta la Penisola. Secondo l’Istat, negli ultimi quattro anni, i nuovi cittadini – vale a dire coloro che hanno fatto richiesta di acquisire la cittadinanza – sono stati oltre 638mila (su un totale di circa 5 milioni).Ed è solo grazie all’apporto degli italiani acquisiti (+2,2% rispetto al 2017) e alla diminuzione dei decessi (633mila, -15 mila rispetto al 2017), se il calo dei residenti non ha toccato livelli ben più preoccupanti.

I numeri della crisi (Corriere della Sera, 4 luglio 2019)

E poi ci sono nel corso del 2018, i trasferimenti di residenza da un punto all’altro della Penisola, che hanno coinvolto più di 1 milione e 350 mila persone. Spostamenti che, secondo un modello purtroppo consolidato, avvengono prevalentemente dalle regioni più a Sud verso quelle del Nord e del Centro.



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