Cristina Grancio: la guerra nel M5S Roma su Piazza dei Navigatori

Categorie: Attualità, Fatti

Oggi in Assemblea Capitolina si vota la delibera. La protesta dei cittadini in Aula Giulio Cesare. Le critiche della consigliera M5S al progetto

È partita in Assemblea Capitolina la discussione sulla nuova convenzione su piazza dei Navigatori, al centro di un’aspra polemica nei giorni scorsi tra una consigliera del M5S Cristina Grancio, contraria all’atto, e altri consiglieri di maggioranza. Grancio, già contraria al progetto dello stadio della Roma, ha ribadito la sua posizione critica oggi in Aula. Durante la discussione un gruppo di persone, tra cui l’ex mini-sindaco di Garbatella Andrea Catarci e il candidato alla presidenza del municipio VIII Amedeo Ciaccheri, hanno protestato in Aula contro la delibera anche al grido “buffoni”.



Cristina Grancio e il M5S a Piazza dei Navigatori

In discussione era la delibera 30/2018 inerente al piano di Assetto e di Riqualificazione Urbana degli ambiti di Piazza dei Navigatori e Viale Giustiniano Imperatore. Nell’annunciare l’ok alla nuova convenzione, ora all’attenzione dell’Assemblea capitolina, la giunta comunale aveva parlato di “opere pubbliche per 30 milioni di euro nel quadrante dell’VIII Municipio” e della realizzazione da parte dei costruttori dei servizi pubblici previsti con un aumento di aree verdi e parcheggi pubblici”. L’intervento della Grancio è stato tagliente: “Questa situazione che si porta dietro un passato pesante, soprattutto dal punto di vista di alcune legittimità, continua a non vedere risolte queste questioni. Ovviamente le posizioni sono politiche e ognuno se ne farà carico. La scelta politica resta alla maggioranza e vedremo come andrà”, ha detto la consigliera del M5S. “Al di là di questo il mio intervento sarà tecnico – ha aggiunto -. Fermo restando le questioni di fidejussione, durante la nostra commissione nulla si è detto nonostante la sottoscritta avesse chiesto che cosa si fosse fatto in merito. Una delle ditte proponenti, la Federici Iori: l’amministrazione sa perfettamente che non è in possesso del titolo di proprietà dell’area perché è in atto un procedimento pendente presso il tribunale civile, e questo è stato depositato agli atti durante la commissione”.



Rispetto alla “mancanza di opere di urbanizzazione dovute al fatto che il privato ha pensato di portare a termine le opere private – ha spiegato Grancio -, depositando false fideiussioni, non ha potuto permettere alla pubblica amministrazione di porvi rimedio. Le opere di urbanizzazione sono in una parte irrisoria. Nonostante questo si sono portate a termine le opere private e questo tentativo di fare una novazione, in cui si annullano tutti gli atti della convenzione precedente non è possibile. Significherebbe far cadere anche tutti i titoli con cui sono state realizzate le opere private. E’ ovvio che questa lettura non è comprensibile”.



La risposta del M5S Roma

“Inoltre il nuovo accordo è al ribasso sulle opere di urbanizzazione, c’è una rivalutazione del mancante e non una rivalutazione su quanto verrebbero a costare quelle opere sulle quali si è fatto l’accordo di programma. Un’altra delle parti sostanziali è come l’amministrazione pensa di poter recuperare quei soldi. La possibilità di concedere le agibilità sono legate alla realizzazione delle intere opere di urbanizzazione dell’accordo di programma e anche se la normativa successiva può prevedere l’agibilità per stralci funzionali, questa dovrebbe essere previsto in convenzione, ma non lo è in quella del 2004 a cui si aggancia tutto“, ha concluso Grancio.

La settimana scorsa il M5S Roma aveva invitato la consigliera Grancio a iscriversi al gruppo misto e a lasciare il loro. Oggi ha affidato la replica all’assessore Montuori: “Quella di piazza dei Navigatori è una storia molto complessa che ha avuto origine nel 1996 con la concessione di alcune aree per la realizzazione di opere pubbliche poi formalizzata nel 2004. Nel tempo alcuni degli edifici sono stati realizzati, ma non sono mai stati realizzati i servizi pubblici corrispondenti. Infine con un concordato preventivo con alcuni dei gruppi coinvolti siamo andati a trattare direttamente con i curatori fallimentari per garantire a Roma Capitale la realizzazione delle opere pubbliche necessarie e la corresponsione degli oneri dovuti, invece di doverci affidare a nuove fideiussioni o accordi. Al momento della stipula della convenzione l’importo, pari a circa 16,8 milioni di euro, sarà corrisposto direttamente da Acqua Marcia a Comune di Roma”.