Così Liberi e Uguali si sfalda in Sardegna

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«Possibile Sardegna ritira la disponibilità alle candidature»: mentre Liberi e Uguali scoppia nella composizione delle liste, in Sardegna si portano avanti con il lavoro e annunciano una rottura tra le varie componenti della lista composta da MDP, Sinistra Italiana e civatiani. Thomas Castangia, rappresentante di “Possibile” nell’isola, annuncia stamane su Facebook la decisione del movimento politico di ritirare la disponibilità alla candidatura, contro quella che anche altre componenti di Liberi e Uguali in Sardegna considerano un’imposizione da Roma, ovvero la candidatura di Claudio Grassi. C’è da segnalare che, a differenza di quello che si raccontava stamattina nei giornali, qui il problema è che non viene rispettato il principio della territorialità: “Mettendo da parte ogni personalismo ed aspirazione, al fine di raggiungere l’obbiettivo di avere in Sardegna una rappresentanza parlamentare ed un buon risultato per il progetto politico che con fatica e passione abbiamo provato a costruire, abbiamo condiviso una proposta che pur di salvaguardare il principio della territorialità delle candidature non vedesse nessuno del nostro partito nelle posizioni apicali delle liste”, spiega Castangia.

“Non avevamo, quindi, chiesto alcuna poltrona ma il semplice rispetto del principio di territorialità votato a Roma. Per noi sono valori non negoziabili il rispetto della nostra autonomia politica e la necessita’ che a rappresentare la Sardegna siano parlamentari sardi. Per questo motivo abbiamo deciso di ritirare la nostra disponibilità alla candidatura”. “Nei prossimi giorni”, conclude “Possibile”, ci incontreremo per confrontarci in modo limpido e trasparente su quanto accaduto. E non finisce qui, perché anche il deputato uscente di Art.1-Mdp Michele Piras ritira la sua disponibilità a candidarsi per la candidatura di Grassi: “La querelle è durata fin troppo e corre l’obbligo di prendere atto della imposizione in Sardegna di una figura non condivisa ed estranea, culturalmente e politicamente, alla nostra Isola. “Ha prevalso una logica sbagliata e di chiusura. E mi dispiace molto, soprattutto perché la sinistra è uno spazio pubblico ricco di potenzialità e diversità culturali”. “La mia terra, con le sue enormi sofferenze sociali, non può essere umiliata fino al punto da essere ridotta col piattino in mano a ad elemosinare posti alle segreterie romane”, ha aggiunto Piras. “I sardi hanno bisogno di altro: di lavoro, futuro, speranza. Perciò chiunque avesse avuto buon senso e rispetto avrebbe dovuto riconoscere la rappresentanza che spetta loro di diritto, non per gentile concessione di uno o tre Principi. Le imposizioni non sono accettabili, né la prepotenza. Non lo sono in generale, tantomeno dovrebbero essere accettate a sinistra. Auguro ogni bene a LeU, alla sinistra e ai suoi candidati, sardi o meno che siano, ma mi sottraggo a questa danza e mi riprendo la mia vita in abiti civili. Perché c’è sempre un momento nel quale si deve scegliere: e per me tutto può essere mediato, ma non i principi e non la dignità. Continuerò a fare politica, a battermi per le ragioni nelle quali credo, per il diritto di chi non ha diritti”.



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