Perché con il condono per Ischia si sarebbe salvata anche la casa di Casteldaccia

Nascosta in un comma la norma che perdona perfino gli abusi sui monumenti

Sergio Rizzo su Repubblica oggi fa sapere che nell’emendamento foglia-di-fico che il MoVimento 5 Stelle ha preparato per limare gli effetti del condono per Ischia c’è una parte molto interessante: «Per tutte le istanze di cui al comma 1 trova comunque applicazione l’articolo 32, comma 17 e 27 lettera a) del medesimo decreto-legge n. 269 del 2003».



Quel passaggio scritto in burocratese elimina praticamente ogni limite di quelli che si dovevano introdurre con l’emendamento, almeno per le domande del 2003: consentendo così di sanare, a Ischia, praticamente tutto di ciò che proprio sulla base della legge del 2003 non si sarebbe mai potuto sanare. Chi l’ha scritto? […]

Ma torniamo al famoso condono del 2003. Con il comma 27 dell’articolo 32 di quella legge si stabiliva che la sanatoria non poteva comunque essere concessa a chi fosse stato condannato per reati di mafia (lettera a), né per le costruzioni non antisismiche (lettera b), come neppure per quelle su terreni dello Stato (lettera c) nelle zone a rischio idrogeologico (lettera d), per gli abusi sugli immobili considerati monumento nazionale (lettera e), nelle aree libere dopo essere state incendiate (lettera f) e sul demanio marittimo (lettera g).



Facile constatare come la parte finale dell’emendamento al decreto Genova che avrebbe dovuto mettere un freno quantomeno alle sanatorie del 2003, citi esclusivamente la lettera a), e nemmeno una di quelle seguenti. Dal che si deduce che a Ischia sopravvive solo il divieto di condonare gli abusi dei mafiosi. Via libera, dunque, alla regolarizzazione delle abitazioni edificate sul suolo demaniale, nelle cale a picco sul mare, sui terreni incendiati. E d’ora in poi, su quell’isola tanto magnifica quanto esposta al rischio di terremoti e al dissesto idrogeologico, si potranno tranquillamente sanare anche le case prive di qualunque requisito antisismico o nelle aree più critiche.



Per capirci, tali e quali a quella presunta villetta di Casteldaccia in Sicilia travolta qualche giorno fa dall’alluvione. In attesa della prossima scossa o delle frane future: sperando ovviamente, e non c’è che da sperarlo, che non si verifichino mai più eventi come quelli del passato anche recente. Ma fra speranza e sicurezza, com’è noto, c’è un abisso.

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