Alzano: ecco chi non voleva chiudere la Lombardia

Il Fatto Quotidiano riporta i titoli di Giornale, Libero e La Verità a febbraio e a marzo, quando non era di moda urlare al Chiudete tutto e si facevano sentire le pressioni degli industriali...

Tommaso Rodano sul Fatto Quotidiano oggi è protagonista di un’operazione-verità su Alzano Lombardo e sulla Lombardia, ricordando cosa dicevano a febbraio e a marzo i giornali di destra come Il Giornale, Libero e La Verità che oggi imputano al governo Conte le chiusure in ritardo nella bergamasca. All’epoca tutti accarezzavano le proteste di Confindustria e dei settori produttivi: quelli che volevano restare aperti a oltranza. E scrivevano questo.



Il Giornale, 28 febbraio. Titolone bold: “Isolato Conte. Il Nord riparte”. Catenaccio: “Riaprono musei e duomo, scuole in forse”. Il virus era arrivato in Italia una settimana prima, il 21 febbraio. Nei giorni successivi erano arrivate le prime chiusure e le zone “gialle” a Milano, Torino, Veneto e mezzo nord. A una settimana dal “paziente zero”, Sallusti si è già stufato. Altro che chiudere: il premier è finalmente lasciato solo in questa idea malsana, il Nord può riaprire. Nel suo editoriale il direttore è assertivo: “Il Paese non è fragile. Chi lo guida invece sì”. La soluzione: “Adesso bisogna velocemente andare oltre e tornare alla piena normalità, che è poi l’unica ricetta per sconfiggere paure irrazionali e falsi allarmismi”. Un vero profeta.

Libero, 28 febbraio. Titolone: “La normalità è vicina” (come no!). Occhiello rosso: “Il virus ci ha stufati: si torni a vivere”. Il pezzo principale è firmato Renato Farina, alias “agente Betulla”: “Non è la peste, è un’influenza”. E ancora: “Non montiamogli la testa a questo Coronavirus. Se ha la corona non è quella del re, e neanche quella del rosario, ma è un pirla di virus qualsiasi”. Due volte profeta. Nella stessa edizione c’è anche un prezioso fondo del direttore Vittorio Feltri, dal titolo: “Quando per paura di avere l’Aids ci si ammazzava”.



Libero, 27 febbraio. Il giorno prima il quotidiano di Feltri aveva una linea ancora più pirotecnica. Titolo: “Virus, ora si esagera”. Occhiello: “Di a m oc i tutti una calmata”. Catenaccio: “No n possiamo rinunciare a vivere per la paura di morire. I pochi deceduti erano soggetti debilitati, gli altri contagiati guariscono in fretta. Non ha senso penalizzare ogni attività”. Ricordiamolo : sono gli stessi che oggi dicono che il governo avrebbe dovuto chiudere tutto prima.



La Verità, 27 febbraio. Anche Belpietro attacca il governo che con le prime chiusure e una “dissennata gestione della crisi, provoca danni economici ingenti e ci pone nella incredibile posizione di ‘untori’ ”. Libero, 1 marzo. Qui siamo in pieno deliri oalcolico. Titolo: “Reclusione continua”. Occhiello: “Il virus è una condanna”. Editoriale di Feltri: “Ma quale crisi? Facciamo finta che sia Ferragosto”.

E così via…

Leggi anche: La “clamorosa” ipotesi della Procura: gli industriali e le pressioni per evitare la zona rossa a Bergamo