Chi è Paolo Maddalena, il candidato che ha ottenuto più voti al primo scrutinio per il Quirinale

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Il più votato dopo la prima chiama per l'elezione del Presidente della Repubblica è Paolo Maddalena, magistrato candidato di bandiera dei fuoriusciti del Movimento 5 Stelle

Paolo Maddalena è risultato – al netto delle schede bianche – il più votato al primo scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica. Ha ottenuto 36 preferenze. Un nome che potrebbe ricordare qualcosa ai più esperti giuristi: 85enne nato a Napoli, è un ex magistrato e vicepresidente emerito della Corte Costituzionale. È il candidato di bandiera degli ex parlamentari del Movimento 5 Stelle contrari al governo Draghi e confluiti nel Misto e nella corrente “Alternativa c’è”. “Per individuare una figura di alto profilo morale e tecnico da proporre per l’ormai prossima elezione del presidente della Repubblica – si legge in una nota diffusa dal gruppo – si è aperto un confronto tra parlamentari del Gruppo Misto di Camera e Senato all’opposizione, che ha portato all’indicazione del professor Paolo Maddalena”. L’unica formazione che è riuscita a compattarsi già dal primo scrutinio è quindi quella degli ex grillini, che si è stretta intorno al nome di una figura giudicata “super partes, lontana da appartenenze politiche”.



Chi è Paolo Maddalena, il candidato che ha ottenuto più voti al primo scrutinio per il Quirinale

Paolo Maddalena è entrato nella Magistratura della Corte dei Conti nel 1971, anno in cui è diventato libero docente di Istituzioni di diritto romano. Ha trascorso un lungo periodo alla Procura Generale, poi dal 1995 è stato Procuratore regionale del Lazio della magistratura contabile. Ha fatto parte del gruppo Ecologia e Territorio istituito presso la Corte suprema di cassazione, ed è stato Capo di gabinetto del ministro della Pubblica istruzione Gerardo Bianco (1989-1991) e Capo ufficio legislativo presso il Ministero dell’ambiente.

In passato propose una moneta parallela all’euro: “L’antico pensiero economico e produttivo di stampo keynesiano prevedeva una distribuzione della ricchezza anche alla base della piramide sociale. E il maestro di Mario Draghi, Federico Caffè, si ispirava agli insegnamenti di Keynes. Purtroppo il sistema di stampo keynesiano è stato trasformato in un sistema economico patologico e predatorio di stampo neoliberista. E il sistema neoliberista vuole tutta la ricchezza concentrata nelle mani di pochi: autostrade, frequenze televisive, acqua, rotte aeree. Il primo vero problema da affrontare, per uscire dalle crisi ambientale, sanitaria e economica nelle quali siamo caduti, è quello che riguarda il tema importantissimo, ma stranamente trascurato, della “creazione del danaro dal nulla”. La moneta non nasce in natura, ma è creata dalla mano dell’uomo, e, in pratica, o dallo Stato, o dalle banche, che al momento sono tutte private. E privata è anche la Bce che è oggetto di proprietà delle banche centrali private dei singoli Stati europei. Insomma utilizziamo una moneta a debito anziché una moneta a credito, emessa direttamente dallo Stato che, per giunta, ha anche la capacità, come suol dirsi, di “monetizzare il debito”, cioè di pagare i debiti con l’emissione di nuova moneta e non con la creazione periodica di nuovi debiti, come oggi avviene”.