Nei giorni scorsi un sondaggio di IPSOS pubblicato dal Corriere della Sera ha ipotizzato un sorpasso del centrodestra unito (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia) nei confronti del MoVimento 5 Stelle. Il quotidiano oggi ritorna sull’argomento ospitando le opinioni dei leader dei partiti su una coalizione ancora da formare e che lo stesso Matteo Salvini definisce ancora virtuale.
Eppure il centrodestra unito, come si vede dalle elaborazioni pubblicate oggi da IPSOS supererebbe anche una eventuale (molto eventuale, visti i rapporti tra i due partiti) coalizione tra Partito Democratico e Articolo UNO – MDP risultando di un punto percentuale sopra l’inedito duo Renzi-Bersani e mezzo punto sopra il M5S di Luigi Di Maio. I risultati di aprile tra l’altro vedono il centrodestra unito in crescita di 1,1 punti percentuali e i suoi avversari nei due poli in calo (i grillini perdono 1,6 punti, i democratici uno 0,2%).
Certo, un po’ poco per parlare di certezze ma un indizio del potenziale di penetrazione presso l’elettorato di Forza Italia, tornato a essere nella rilevazione di aprile il primo partito del centrodestra, della Lega Nord e del partito di Giorgia Meloni, che è quello che ha guadagnato di più (0,9% in due mesi).
Ma il problema, spiegato oggi proprio da Matteo Salvini, è che il centrodestra non ha un programma comune e quindi è virtuale. Il leader della Lega attribuisce il successo della coalizione ai governi regionali guidati dalla Lega, anche se a vedere i numeri il Carroccio perde la leadership del centrodestra e il suo programma nazionale non è in linea con i programmi che hanno portato al successo il suo partito al Nord. Poi spiega che le alleanze si potranno fare solo su obiettivi comuni:
Nelle tre regioni a trazione leghista — Lombardia, Veneto e Liguria — abbiamo dimostrato la nostra forza e affidabilità. Un eccellente segnale per le Amministrative: se vincessimo a Genova, dove la sinistra governa da 70 anni, o nelle altre città, è chiaro che non andremmo solo a eleggere sindaci, ma sarebbe un segnale politico fortissimo. A quel punto si apre la partita: purtroppo manca un programma comune. Io farò di tutto per coinvolgere più persone e più squadre possibili, ma senza snaturarci: la Lega di Salvini non è a rimorchio come ha rischiato di essere in passato.
Un punto fermo: prima gli italiani. Controllo della moneta, dei confini e dell’agricoltura. Chi si allea con la Lega deve avere chiaro che faremo un ultimo tentativo per cambiare le regole dell’Ue. Ma se non funzionasse, siamo pronti a uscirne per ricominciare a contare. Un’Italia che torna sovrana e che finalmente si dà un assetto federale: i tempi sono maturi.
Ma la Lega, tra questi, aggiunge ad esempio il controllo della moneta e l’uscita dall’Unione Europea, ovvero due punti su cui Forza Italia non intende, ad oggi, mediare (anche se Berlusconi ha tirato fuori soluzioni creative come la doppia moneta per avvicinarsi a Salvini). Alla fine qualcuno dovrà cedere se il centrodestra vuole presentarsi unito alle elezioni. Legge elettorale permettendo.