La foto delle bare di Bergamo portate via dall’esercito

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Le immagini spaventose delle vie della città con i mezzi militari in fila mentre trasportano i feretri per la cremazione. In una settimana i morti a Bergamo sono stati oltre 300, troppi per essere cremati nel solo cimitero cittadino

Una lunga colonna di mezzi militari ha percorso nella notte le vie di Bergamo trasportando fuori dalla città i feretri delle vittime del coronavirus che non trovano più posto nel cimitero cittadino perché i tempi delle cremazioni sono diventati troppo lunghi. Le bare vengono portate in altre città dove è possibile effettuare la cremazione. Trentuno a Modena, altre in altri centri. In una settimana i morti a Bergamo sono stati oltre 300, troppi per essere cremati nel solo cimitero cittadino. Le salme, una sessantina, sono state così trasferite oltre che a Modena, in impianti del Friuli, del Piemonte e ancora a Piacenza, Parma, Rimini e Varese. Il sindaco Giorgio Gori, con una lettera, ha voluto ringraziare i primi cittadini di queste città che hanno accettato di accogliere i feretri.



Inoltre le agenzie funebri non erano più in grado di gestire il servizio, alcune sono chiuse perché i dipendenti si sono ammalati e quindi il comune attraverso la propria società Bergamo Onoranze Funebri ha dovuto sopperire ai mancati ritiri dei morti. I feretri, collocati su una trentina di camion dell’esercito, erano una settantina ed erano diretti a una dozzina di destinazioni in tutta Italia. “In un momento tragico la Vostra collaborazione e vicinanza è encomiabile”. Si chiude così la lettera con la quale il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha ringraziato i sindaci delle città di Acqui Terme, Brescia, Cervignano del Friuli, Domodossola, Modena, Parma, Piacenza, Rimini, Serravalle Scrivia, Trecate e Varese che hanno accettato di cremare nei loro forni circa sessanta bare che la struttura della città orobica non riusciva a gestire.



Intanto l’ospedale da campo che avrebbe dovuto essere avviato già nella giornata di domani alla Fiera di Bergamo è a rischio finché non si troveranno i medici che potranno lavorarci. Quelli individuati, giunti dalla Cina per dare supporto sul territorio orobico, sono infatti già impegnati su un altro fronte ospedaliero e ora si auspica, il prima possibile, un intervento dalla Regione o dall’Esercito. Le bare stipate, anche nella chiesa, erano diventate un centinaio: ne sono rimaste 20, a cui si aggiungeranno i 44 morti di martedì. Sembrano tanti, ma lunedì erano stati 60. Questo solo per la città e i suoi ospedali. Per il dato complessivo della provincia, nelle tabelle della Regione legate all’emergenza, il bilancio è drammatico: in un giorno, 93 vittime in più, che portano a 553 il totale, è evidente, ormai, inferiore alla realtà. Salgono anche i contagi di 312 casi, per 4.305 complessivi. I pazienti vengono trasferiti ovunque si renda disponibile una struttura attrezzata: 15 non gravi sono stati spostati in case di riposo, 2 intubati al San Raffaele e a Como.

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