Un provvedimento urgente del tribunale di Roma l’esecuzione della decisione presa dall’organismo nato per risolvere le controversie tra banche e risparmiatori Consob per le controversie finanziarie (Acf) sul rimborso dei risparmiatori. E sentenzia che spetta a Banca Apulia, del gruppo Intesa, risarcire gli azionisti di Veneto Banca.
La vicenda, raccontata oggi da Andrea Greco su Repubblica, riguarda due coniugi di Potenza che a inizio 2018 si rivolsero all’Acf per riavere 106mila euro investiti in azioni Veneto Banca – allora capogruppo di Banca Apulia – secondo loro in violazione delle regole. L’istituto pugliese si costituì nel giudizio dell’Acf, che è nato nel gennaio 2017 come camera compensativa per deflazionare la giustizia civile. Banca Apulia argomentò che le azioni Veneto banca erano state azzerate nel fallimento, e la legge con cui Intesa Sanpaolo aveva nel giugno 2017 rilevato selezionati attivi del gruppo veneto la esimeva da obblighi su passività e contenziosi. Già l’Acf aveva rigettato la tesi, perché Banca Apulia aveva (e ha) «una propria autonomia giuridica»; ma la richiesta di rimborso è rimasta lettera morta.
Il giudice Valeria Belli ha ritenuto quel credito «certo, liquido ed esigibile», e ingiunto il pagamento di 114.354,82 euro tra interessi e spese. «Il provvedimento consente a tutti i destinatari di lodi favorevoli dell’Acf inadempiuti di ottenere il risarcimento anche davanti al giudice – commenta Massimo Cerniglia, legale della coppia lucana -. Penso in particolare agli azionisti Carife, Carichieti, Banca Marche, Popolare dell’Etruria, che potranno chiedere e ottenere lodi favorevoli e tramutarli in provvedimenti giudiziali». Sul sito di Acf, che nel 2018 si è schierato con i ricorrenti nel 78% dei casi, restano 145 casi di “intermediari inadempienti”: 116 riguardano banche poi rilevate da Intesa Sanpaolo, 32 fanno ora capo a Ubi, altri 27 alla Popolare di Bari.