Entro fine giugno gli aspiranti percettori di assegni familiari dovranno presentare la domanda per l’assegno al nucleo familiare, ma stavolta non potranno farlo riempiendo un modulo cartaceo in azienda, come è avvenuto finora. Le uniche possibilità per continuare a percepire in busta paga la somma, legata a reddito e numerosità della famiglia, sono munirsi di credenziali dell’istituto con Pin dispositivo (o di Spid) e accedere alla procedura sul sito, oppure in alternativa rivolgersi a un patronato.
La decisione, annunciata dall’Inps con una circolare a fine a marzo, è passata finora piuttosto in sordina ma coinvolgerà nelle prossime settimane tutti i circa 2,8 milioni di dipendenti (esclusi quelli dell’agricoltura) che attualmente percepiscono questa forma di sostegno al reddito, per un importo totale che supera i 3 miliardi l’anno.
Per la massa dei dipendenti già in servizio la scadenza chiave è quella del primo luglio, quando scatteranno gli assegni in vigore per il secondo semestre di quest’anno e il primo del 2020. La prestazione è infatti erogata sulla base del reddito familiare dell’anno precedente, che è determinato a sua volta a partire imponibili Irpef a cui poi vanno aggiunte altre voci.
Siccome i dati definitivi dell’imposta sul reddito non sono noti agli interessati prima della stagione della dichiarazione dei redditi, l’Anf viene rinnovato ogni anno a partire da luglio. Nasce da qui la necessità di autocertificare il reddito complessivo della famiglia e le eventuali novità intervenute nella composizione del nucleo, come ad esempio il fatto che un figlio abbia compiuto i 18 anni. È questo il passaggio che finora avveniva in azienda mentre ora richiede la procedura telematica, “fai da te” o tramite patronati.
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