“Ci sono cose più importanti del partito, ad esempio il Paese”: e così Andrea Cangini lascia Forza Italia | VIDEO

Categorie: Politica

Il senatore Andrea Cangini lascia Forza Italia: ha votato la fiducia al governo Draghi contrariamente a quanto indicato dai vertici di partito

Prosegue l’emorragia di parlamentari ed esponenti di spicco da Forza Italia, dopo la decisione di Silvio Berlusconi di seguire la Lega di Matteo Salvini nella richiesta a Mario Draghi di un esecutivo senza il Movimento 5 Stelle, ultimatum che implicitamente era finalizzato alla rottura del “patto di governo” e assecondava la volontà di andare ad elezioni prima della scadenza della legislatura. Dopo i ministri Renato Brunetta e Mariastella Gelmini, rispettivamente alla Pubblica amministrazione e agli Affari regionali, lascia il partito anche il senatore Andrea Cangini, che ha votato la fiducia a Palazzo Madama contrariamente alle indicazioni dei suoi vertici.



“Ci sono cose più importanti del partito, ad esempio il Paese”: e così Andrea Cangini lascia Forza Italia | VIDEO

“Credo di essermi messo fuori dal partito con il voto che ho espresso – ha detto – perché non aspetto di essere riaccolto a braccia aperte. Chi segue un minimo la grammatica politica capisce che è una cosa che implicitamente mi ha messo fuori. Ci sono cose più importanti del partito, ad esempio il Paese”. Prima di questa uscita ai cronisti aveva dichiarato: “Sono consapevole del fatto che, rinnovando la fiducia al presidente del Consiglio Mario Draghi in coerenza con quanto detto e fatto da Forza Italia fino a due giorni fa, mi sarei messo automaticamente fuori dal partito. Nelle prossime ore formalizzerò le dimissioni dovute”.



L’appiattimento di Forza Italia sulla Lega è stato il motivo che ha spinto un altro parlamentare, il deputato Elio Vito, a rassegnare le sue dimissioni un mese fa: “Forza Italia ha perso la sua natura di movimento leaderistico, liberale e democratico. La sua classe dirigente si è chiusa in una gestione accentrata ed esclusiva del potere e le voci critiche sono state messe al bando, silenziate ed escluse dagli strumenti di comunicazione”.