Alberto Gerli, l’ingegnere la cui nomina tra i 12 del nuovo Comitato tecnico scientifico (Cts) ha fatto discutere tutta la giornata, ha deciso di rinunciare all’incarico:
A seguito delle inattese e sorprendenti polemiche esplose all’indomani della mia nomina a componente del Comitato Tecnico Scientifico, ho ritenuto opportuno rinunciare al mio incarico così da evitare al Cts e alle istituzioni in generale ulteriori, inutili ostacoli e distrazioni rispetto alle importanti e difficili decisioni che sono chiamati a prendere in un momento tanto delicato per il Paese.
Quello che si son chiesto in molti era come mai un imprenditore che aveva postato alcuni video su YouTube sostenendo delle tesi (molto spesso) sbagliate, potesse entrare a far parte del Cts. Infatti, come dice lui stesso nel primo dei suoi contenuti sul social, era il 20 marzo quando gli si è accesa una lampadina e ha iniziato a a pensare di dover elaborare dei grafici che dessero risposte illuminanti su come trattare l’epidemia di covid. Tutte previsioni – a oggi – errate. Lui dice però di aver ideato un modello di matematica predittiva in grado di prevedere l’evoluzione dell’epidemia:
Ringrazio la Presidenza del Consiglio per la nomina, di cui mi ritengo onorato, e grazie alla quale avrei potuto dare il mio contributo al servizio del Paese. Rimango convinto della bontà dei dati che ho contribuito a sviluppare e del fatto che possano costituire un utile elemento di analisi nella gestione della pandemia. Per tale ragione, continuerò con ancora più energia a lavorare e ad aggiornare i modelli, con l’aiuto degli scienziati con cui ho collaborato sin dai primissimi giorni della pandemia in Italia.
Il problema è che – ripetiamo – le previsioni si sono dimostrate sbagliate. Motivo per il quale la domanda è sorta spontanea: come mai è lì? Si è parlato di lui come di uomo della Lega. C’è da dire però che lui non si è mai schierato apertamente a favore di Matteo Salvini &co. E anzi: nel suo blog Riflessionitotali, solo pochi anni fa ha criticato il populismo e chi non favorisce l’incontro tra culture diverse. E: era favorevole al famoso referendum voluto da Matteo Renzi nel 2016.
Quello che sembra, al contrario, è che sia stato la Lega a volerlo lì. Perché “aperturista” e (fin troppo) ottimista. Nei suoi video, a tratti molto trash, lascia sempre trasparire una sorta di tranquillità con cui dice le cose. Come a dire: vedete? Questi sono i numeri (non sempre veri), basta fare così e faremo tutto per bene, sarà “facile”. Era l’uomo che diceva che l’ennesimo lockdown non sarebbe servito, che ha criticato più volte le chiusure delle zone rosse e arancioni. E allora: ecco perché piace alla Lega. Tra i 12, meglio avere uno così – per loro – che non averlo.