L’Air Force Renzi e le bufale di Palazzo Chigi

Dalle carte dell'inchiesta il ruolo del sottosegretario alla presidenza del Consiglio nell'acquisto dell'ormai famigerato Airbus A319

Claudio De Vincenti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, stretto collaboratore di Renzi, l’11 settembre 2015 scrisse una sorprendente letterina alla ministra della Difesa e collega dipartito Pd, Roberta Pinotti, per indurla a sponsorizzare l’Air Force Renzi. Lo racconta oggi il Fatto Quotidiano in un articolo di Daniele Martini:



Prima inesattezza: De Vincenti sostiene che gli A319 della flotta di Stato sono vecchi e costosi, quindi vanno sostituiti con un moderno A340-500. La verità è che i 3 Airbus A319 della flotta di Stato furono acquisiti rispettivamente nel 2001, 2002 e 2005 e quindi hanno all’incirca la stessa età dell’areo di Renzi che è del 2006. I 3 A319 fanno tuttora parte della flotta di Stato come risulta dai registri aeronautici e svolgono egregiamente il loro lavoro. Una differenza profonda tra le due classi di velivoli c’è: mentre gli A319 sono aerei ottimi, premiati da uno straordinario successo commerciale perché consumano poco, l’aereo di Renzi è un bidone succhia carburante di cui Airbus ha costruito appena 41 esemplari per poi pensionarlo.

Secondo argomento inesatto usato da De Vincenti: il sottosegretario fa capire che è necessario un salto di qualità tecnologico e nella sicurezza della trasmissione dati da bordo dell’aereo di Stato e preme perché venga acquisito l’A340-500 che sarebbe un aereo più sicuro dal punto di vista delle comunicazioni. Ma al Fatto risulta che sia il sistema di comunicazione ACARS per i messaggi brevi da aereo a stazioni di assistenza sia SATCOM,che è la rete satellitare più usata dagli aerei per fonia e dati web, non hanno niente a che vedere con il tipo di aereo. I kit di montaggio si adattano sia agli A319 sia all’aereo di Renzi.



L’ultimo e sorprendente svarione della lettera di De Vincenti riguarda i costi: ci vorrebbero 200/300 milioni di euro per acquistare l’Airbus A340-500, scrive il sottosegretario. Nello stesso periodo, però, sulla piazza di Londra veniva trattato dalla società di lessor per cui lavora Intrieri, un aereo gemello all’Airbus renziano al prezzo di 7 milioni di dollari, 31 volte meno del prezzo sparato da De Vincenti. Non è ancora chiaro come e perché il sottosegretario abbia potuto inanellare tante inesattezze in una lettera di appena 34 righe. Di sicuro è che De Vincenti scriveva alla ministra della Difesa su mandato di Renzi: “… è intendimento del Presidente del Consiglio garantire al Paese… la disponibilità di un servizio di volo basato su una piattaforma della classe Airbus A340-500”.



Sulla genesi delle inesattezze è possibile avanzare solo ipotesi. La prima: non essendo un tecnico del ramo, De Vincenti butta lì quelle righe senza sapere che cosa sta scrivendo. È però difficile che un sottosegretario si esprima senza consultare chi gli sta sopra e i tecnici. Seconda ipotesi: De Vincenti ha sintetizzato ciò che gli veniva chiesto supportandolo con valutazioni tecniche fornite da persone di cui non poteva non fidarsi.

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