Podemos trionfa in Spagna contro l'austerità

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-05-25

A Barcellona vince la candidata di Iglesias, a Madrid i viola in testa. A novembre si vota per le politiche. Indignados in trionfo: «Guideremo il paese». Il bipartitismo in soffitta

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Il terremoto di Podemos colpisce la Spagna e il partito anti-austerità di Pablo Iglesias conquista Barcellona e vince anche a Madrid. A poco più di un anno dalla sua nascita, e a dodici mesi esatti dal risultato sorprendente ottenuto alle Europee, Podemos conferma il suo ingresso con forza nelle istituzioni. Non è ancora “l’assalto al cielo” preconizzato dal leader, ma d’ora in poi nella maggior parte delle amministrazioni locali gli altri partiti dovranno fare i conti con la formazione viola.
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PODEMOS TRIONFA IN SPAGNA CONTRO L’AUSTERITÀ
A Barcellona ha trionfato la candidata di Podemos Ada Colau, che ha superato il sindaco uscente, il nazionalista catalano della Ciu Xavier Trias. A Madrid la situazione è in bilico. Dopo lo spoglio del 98% la candidata del Pp Esperanza Aguirre arriva prima con 21 seggi davanti alla rivale di Podemos Manuela Carmena, 20 seggi. Il Psoe crolla a 9 seggi, subisce l’umiliante sorpasso dei post-indignados, mentre Ciudanos, l’altro partito alternativo di ‘mani pulite’ guidato da Albert Rivera è a 7 seggi. Non è escluso che alla fine un’alleanza fra Podemos e Psoe consenta a Carmena di diventare comunque il nuovo sindaco. Sarebbe un “disastro” per il Pp e per Rajoy, avvertono diversi analisti, in vista delle politiche. La capitale è la roccaforte dei popolari da 20 anni. Il Pp, per il gioco della coalizioni, rischia anche di perdere Valencia e Saragozza, dove Podemos e Ciudadanos hanno vampirizzato l’elettorato dei due grandi partiti tradizionali. Il risultato delle elezioni di oggi “segna l’inizio della fine del bipartitismo”, che ha guidato il paese dalla fine del franchismo, ha detto il leader di Podemos Pablo Iglesias, rilevando che Pp e Psoe “hanno registrato uno dei peggiori risultati della loro storia”. Per i socialisti è stato il peggiore in assoluto nelle elezioni amministrative dalla fine della dittatura. Crolla anche il partito tradizionale della sinistra, Izquierda Unida, mentre per i nazionalisti catalani di Ciu, pure impantanati in scandali di corruzione, e’ una Waterloo la perdita di Barcellona, che avrebbe dovuto essere il caposaldo del processo di indipendenza della Catalogna.

LA FINE DEL BIPARTITISMO

Con le elezioni locali gli spagnoli hanno iniziato un processo che potrebbe portare progressivamente ad archiviare il bipartitismo dell’alternanza tra Pp e Psoe, protagonisti assoluti della vita politica iberica da meta’ degli anni ’70 alla fine della dittatura franchista. Soprattutto il voto piu’ frammentato obblighera’ la Spagna a sperimentare quella che nel resto d’Europa non sono una novita’: gli accordi di coalizione che vedranno protagonisti a sinistra, con i socialisti del Psoe (nel nuovo ruolo di comprimari), i trionfatori di ‘Podemos’, e a destra, ‘Ciudadanos’, centristi liberali, alleabili con il Pp. Male l’estrema sinistra di Izquerda Unida, rimasta fuori da molte assemblee e autentica batosta a Barcellona per gli indipendentisti nazionali catalani del Ciu, sorpassati, seppur di un solo seggio (11 a 10) dalla candidata di Podemos, Ada Colau, a capo della coalizione “Barcelon en Comu”. Quello di oggi sara’ un risveglio amaro per il premier spagnolo Mariano Rakoy: il suo Partito Popolare, coinvolto in scandali ma anche artefice delle misure di austerita’ che stanno risollevando il Paese, e’ ancora il primo con il 27,02% ma ha perso oltre 10 punti rispetto alle precedenti elezioni. Il Pp perde molte citta’, a partire dalla capitale Madrid (dove anche qui’ e’ primo per un soffio), ed in molte regioni (restano il primo partito ma perdendo la maggioranza assoluta in 6 su 13 e la conservano in 4), dove se vorra’ continuare a governare dovra’ aprire a intese con altre formazioni, a partire dai liberali di Ciudadanos.
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PODEMOS E PSOE
Nella capitale la protagonista sarà l’ex magistrato Manuela Carmena, a capo della coalzione sponsorizzata da Podemos (che si e’ presentato sempre in colazione con altri movimenti) “Ahora Madrid”, che ha preso 20 seggi su 57, contro i 21 della rivale del Pp (che guidava la capitale dal 1991) Esperanza Aguirre. Carmena dovra’ chiedere l’appoggio del Psoe, terzo con 10 seggi. Quarti i Ciudadanos di Alberto Rivera, con 6 seggi. Exploit confermato per Podemos, la formazione anti-austerita’ nata dal movimento degli Indignados, che e’ il primo partito a Barcellona, anche se sara’ complicato formare una coalizione per guidare la citta’. Pablo Iglesias, leader di Podemos, ha definito l’esito del voto come “il segno del cambiamento politico” e “l’inizio della fine del partitismo” in Spagna dove si sta vivendo “un cambiamento irreversibile” e preannuncia la sfida al Partito Popolare del premier Rajoy alle politiche di novembre. Arretrano, ma senza sprofondare, i socialisti del Psoe al 25,02, quasi 3 punti in meno rispetto al 2011, che in molti comuni potranno essere co-protagonisti per formare coalizioni con Podemos. Conservano la maggioranza nella regione delle Asturie. A Siviglia governeranno i socialisti, a discapito del Pp, mentre a Valncia, i popolari, dove erano al potere da soli, dovranno aprire ad altre formazioni.

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