Perché Salvini ha fregato Bertolaso (e perché è pronto a riprenderselo)

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-02-19

In difficoltà nei sondaggi e per le inchieste, Matteo fa una mossa gattopardesca e alla Bossi a scopo di guadagno elettorale. Ma alla fine tornerà a Canossa, come faceva il Senatùr ai bei tempi. Mentre la povera Giorgia è stata trollata ancora

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La bomba politica del giorno è il centrodestra che si ritrova ancora senza un candidato ufficiale in pectore per Roma: dopo il sì arrivato in seguito alla riunione di Berlusconi, Salvini e della Meloni proprio il leader della Lega Nord ha fatto un mezzo passo indietro durante la conferenza stampa in cui ha annunciato una manifestazione per il 25 aprile: «Bertolaso è il candidato che ci è stato proposto, abbiamo detto di sì, ma io non l’ho ancora incontrato. E tra il sì della Lega e le elezioni ci sono i cittadini romani: li ascolteremo e poi decideremo, in base a quello che ci diranno ci sarà il nostro giudizio finale. Non accettiamo pacchetti chiusi». Una posizione politica ridicola per molti motivi.

Perché Salvini ha fregato Bertolaso (e perché è pronto a riprenderselo)

Il primo è che per ascoltare il popolo, come vorrebbe Salvini, bisognerebbe fare le primarie ma alle primarie il centrodestra si è opposto quando le chiedevano Francesco Storace ed altri. Il secondo è che la forza politica di Salvini a Roma non è ancora stata misurata, ma così ad occhio verrebbe da dire che nonostante la crescita nei sondaggi il leader di “Roma Ladrona” difficilmente potrà andare oltre l’insuccesso della manifestazione di Roma di qualche tempo fa. Il terzo è che Salvini ha deciso di attaccare Bertolaso per tornare ad essere, come ai bei tempi in cui comandavano Berlusconi, Bossi e Fini, la testa-calda-ma-non-troppo della coalizione. Segnatamente, dopo l’arresto di Fabio Rizzi, arrivato in seguito alle accuse di complotto dei magistrati del leader della Lega, si è capito che continuare ad abbaiare alla luna avrebbe aiutato poco a conquistare consensi, visto che la differenza tra il vecchio e il nuovo, dalle parti del Carroccio, si sarebbe vista ancora meno. Ecco allora che Salvini ha preso la palla al balzo delle dichiarazioni sui rom e su Giachetti di Bertolaso per ravvivare il suo popolo, e pazienza se questo lo avrebbe messo in difficoltà con gli alleati: lo stesso identico metodo di Bossi ai bei tempi. Avendo poi messo il cappello su Stefano Parisi nonostante anche quel nome fosse stato scelto da Berlusconi, l’unico modo per farsi notare e beccare qualche titolo di giornale era quello di attaccare Bertolaso. Ma proprio la lezione dei vecchi tempi deve farci pensare che Salvini fa la voce grossa per smentirsi il giorno dopo: già oggi ha chiesto “una settimana di riflessione” tornando ad aprire alla candidatura di Bertolaso; in capo a qualche giorno il dissenso rientrerà e Bertolaso potrà così tranquillamente perdere a Roma al primo turno. 

La povera Giorgia, trollata ancora

L’altra ipotesi circolata in queste ore è che Salvini potrebbe invece decidere di sostenere Alfio Marchini, il figlio dell’imprenditore “rosso” in ottimi rapporti con il PCI. Questa però era l’intenzione di partenza di Berlusconi, che vede in Marchini un candidato con molte affinità elettive con lui, stoppata proprio da Salvini e da Giorgia Meloni. E mentre per Salvini appoggiare Marchini non sarebbe un problema vista la spregiudicatezza politica con cui le giravolte politiche della Lega sono da sempre condite, per Giorgia già oggi è un problema prendersi Bertolaso visto che altri quattro circoli di Fdi (Monteverde, Tiburtina, Aurelio e Trieste-Salario) con oltre 50 quadri romani del Partito hanno annunciato oggi il loro sostegno alla candidatura di Francesco Storace, sottoscrivendo il documento dei 21 dirigenti nazionali di Fdi, che nei giorni scorsi avevano protestato contro la mancata decisione di fare le primarie, il niet al “rosso” Marchini è assoluto. Uno scenario in cui Berlusconi e la Lega appoggiano Marchini e la Meloni converge su Storace dopo averlo rifiutato per Bertolaso costituirebbe una sconfitta politica rovinosa per la povera Giorgia e una garanzia di insuccesso per l’imprenditore, visto che con questa compagnia farsi passare per nuovo agli occhi dei romani sarebbe ancora più difficile. Insomma, tutto complotta per la candidatura “liscia” di Bertolaso, al netto delle scenette bossiane di quello che voleva ripulire la Lega con le scope.

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