Massimo D'Alema e la storia dei bonifici da 87mila euro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-04-01

L’ex premier annuncia una querela nei confronti del Corriere della Sera per l’articolo sull’indagine di Ischia. Vediamo chi ha ragione e chi ha torto…

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Massimo D’Alema annuncia azioni legali contro il Corriere della Sera, pronto a portare in tribunale, con riferimento all’inchiesta sulla corruzione che ha portato in carcere il sindaco di Ischia, tutti “gli organi di informazione che volessero proseguire l’opera di disinformazione sino ad ora condotta da alcune testate giornalistiche le quali continuano impropriamente ad accostare quelle vicende del tutto lecite a presunte vicende corruttive emerse dall’indagine condotta dalla Procura di Napoli, alla quale il presidente Massimo D’Alema è certamente del tutto estraneo”.
 
MASSIMO D’ALEMA E LA STORIA DEI BONIFICI DA 87MILA EURO
Lo hanno reso noto i suoi avvocati Guido Calvi e Gianluca Luongo, comunicando “di aver ricevuto mandato da Massimo D’Alema di tutelare la sua onorabilità in sede sia civile che penale da ricostruzioni evidentemente errate e strumentali che compaiono oggi su alcuni organi di stampa, a cominciare dal titolo con il quale il Corriere della Sera ha attribuito in maniera del tutto impropria al nostro assistito di aver ricevuto, attraverso una serie di bonifici, l’importo di 87mila euro”. “D’Alema – hanno ribadito i legali dell’ex premier Pd- non ha personalmente ricevuto alcunché dalla cooperativa CPL Concordia, né direttamente né indirettamente. La CPL Concordia ha acquistato copie del libro “Non solo euro” in occasione di una manifestazione politica in vista delle consultazioni elettorali europee del 2014 e, nell’arco di un biennio, circa 2.000 bottiglie di vino dell’azienda agricola della famiglia del Presidente D’Alema, regolarmente fatturate e pagate con bonifici a quattro mesi di distanza dalla fornitura. Infine la CPL Concordia ha effettuato, in tre diverse annualità, finanziamenti del tutto leciti alla Fondazione Italiani Europei, che notoriamente non è una fondazione personale dell’onorevole D’Alema ma un istituto che egli presiede e dirige, politicamente e culturalmente, a titolo del tutto volontario, senza beneficiare né direttamente né indirettamente dei contributi che la stessa riceve per la sua attività”.
 
L’ARTICOLO SUL CORRIERE DELLA SERA
Ma cosa c’era scritto nell’articolo a firma di Giovanni Bianconi uscito sul Corriere della Sera a pagina 3? Intanto, questo è il titolo dell’articolo:
d'alema bonifici 87mila euro
Nel testo si racconta:

Erano forniture annuali quelle che la «Cpl Concordia» ordinò all’azienda «La Madeleine» di Massimo D’Alema. Spumante e vino rosso per 22.500 euro. Complessivamente i versamenti ammontano dunque a 87mila euro in tre anni. Soldi che i vertici dellacooperativa sostenevano di aver elargito «perché è molto più utile investire negli “Italianieuropei”». E di questo si parlerà domani nel corso degli interrogatori di garanzia di Francesco Simone, che curava le pubbliche relazioni dell’azienda,e del presidente Roberto Casari, entrambi arrestati per dall’associazione per delinquere,corruzione, turbata libertà degli incanti, riciclaggio, emissione di fatture per operazioni inesistenti. E chiarimenti sulla natura di questi rapporti potrebbero essere chiesti allo stesso D’Alema: i magistrati stanno valutandola sua convocazione dopo aver ascoltato la versione degli indagati. Non sarà l’unico.

Nell’articolo si aggiunge:

Nelle conversazioni intercettate nel marzo del 2014 Simone parla con una dipendente di «Italianieuropei» per l’acquisto di 500 libri di D’Alema da presentare a Ischia. Specifica di essere «disposto a pagare cifra piena se i soldi vanno alla Fondazione», altrimenti chiede uno sconto del 10 percento. La donna lo rassicura che il pagamento sarà diretto e così si accordano per la fornitura dei volumi «ma anche del vino, uniamo l’utile al dilettevole».
In realtà quelle bottiglie non sono le uniche acquistate. Secondo una nota dei carabinieri del Noe, delegati alle indagini,«nel 2013 sono state comprate 1.000 bottiglie di spumante per 14.600 euro e nel 2014 altre 1.000 bottiglie di vino rosso per 7.900 euro». Uniti a tre bonifici da 20.000 euro l’uno elargiti alla Fondazione e alle centinaia volume «Non solo euro» fanno 87.300 euro.

Ricapitolando: che i pagamenti fossero divisi in più anni il Corriere della Sera lo dice; bisognerà accertare se è vero che l’interlocutore della dipendente di Italianieuropei abbia davvero detto di essere disposto a pagare cifra piena se i soldi vanno alla Fondazione, e in effetti da quello che c’è scritto sembra che la dipendente di Italianieuropei gestisca anche la vendita del vino. In più, bisogna sottolineare che D’Alema è presidente della Fondazione Italianieuropei, e che per quanto riguarda l’azienda La Madeleine, nel sito si sottolinea che «La Madeleine è una azienda giovane che Linda e Massimo D’Alema conducono a nome dei propri figli Giulia e Francesco che ne sono proprietari». Ma se non c’è altro, querelare per un articolo del genere sembra davvero un’esagerazione.

Leggi sull’argomento: Anche oggi i giornalisti hanno fatto incazzare D’Alema

 

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