L'Unità a Sergio Staino e Andrea Romano (e due milioni di rosso)

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-09-08

Due nuovi direttori, una nuova presidenza e già due milioni di rosso in sei mesi: il giornale che fu di Gramsci valuta un importante taglio dei 35 lavoratori

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Il cambio di direttore all’Unità sta finalmente per verificarsi dopo tanti annunci e false partenze. Ma il quotidiano ha ben altro di cui preoccuparsi: da giugno 2015 ha chiuso i conti con un rosso di due milioni a fine 2015. Ne parla oggi il Corriere della Sera, raccontando che per la direzione c’è un tandem in partenza: accanto a Sergio Staino ci sarà Andrea Romano, a quanto pare a titolo gratuito visto che percepisce già lo stipendio da deputato:

Staino, quando il suo nome era iniziato a circolare, aveva messo subito le mani avanti: «La mia Unità non sarà sdraiata sul governo». Mentre per quanto riguarda il condirettore è curioso ricordare che Romano, dal 2005 al 2009, aveva diretto la Fondazione Italianieuropei, braccio operativo politico di Massimo D’Alema, oggi il più duro oppositore interno della riforma costituzionale del premier-segretario. Ma la missione affidata a entrambi è precisa: sostenere il Sì nei poco più di due mesi che mancano al referendum. La svolta, dopo aver ricevuto il via libera da Renzi, è stata approvata ieri a Milano durante un acceso consiglio di amministrazione della società editrice, posseduta per l’80% dal gruppo Stefanelli-Pessina e per il 20% dal Pd. Il quotidiano, tornato in edicola nel giugno 2015, ha chiuso i conti con un rosso di quasi due milioni, accumulati in appena sei mesi.

andrea romano giorgia meloni porta a porta
In nome della democrazia, dei diritti e della competenza, poi, arriverà anche Chicco “Capalbio mon amour” Testa, quello che voleva mandare i profughi a lavorare anche se non c’era un obbligo di lavoro per loro perché è “sciocca burocrazia”. Saranno contenti i poligrafici.

Alla presidenza di Unità srl arriverà il manager Chicco Testa: dovrà occuparsi soprattutto di trovare nuovi investitori per sostenere il rilancio del giornale, che punterà molto di più sulla parte web. Mentre i soci di minoranza del Pd, a fronte di un bilancio così pesante, si aspettano un passo indietro dell’amministratore delegato Guido Stefanelli. Il direttore uscente Erasmo D’Angelis, molto vicino a Renzi, tornerà invece come dirigente a Palazzo Chigi, dove si occuperà di dissesto idrogeologico e seguirà anche Casa Italia, il progetto per la ricostruzione delle zone terremotate. Il piano discusso ieri a Milano, infine, prevede un importante taglio sui 35 lavoratori, tra giornalisti e poligrafici.

Leggi sull’argomento: Le sciocchezze di Andrea Romano sulle banche a Porta a Porta

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