L'orrendo spettacolo di Lega e M5S sul referendum per uscire dall'euro (che non si può fare)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-10-15

Tra Salvini e Grillo, stranamente, non c’è intesa. Ma anche tra Maroni, Zaia, il segretario del Carroccio e tutti gli altri. In un caravanserraglio che non fa bene né alla questione né al Paese

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L’ho proposto prima io, firma la mia proposta. No, l’ho proposto io, ti aspetto ai gazebo. Sono questi i toni del dialogo-diatriba tra M5S e Lega sul referendum per uscire dall’euro. Riferisce la Padania

Matteo Salvini va subito al dunque della questione. «I 5 Stelle propongono una battaglia contro l’Euro? E io chiedo un incontro ufficiale a Grillo, per confrontare le nostre posizioni sull’Euro, sull’immigrazione e sulle proposte di riduzione delle tasse della Lega. Accetterà?».

Sul tema specifico del referendum, intervengono altri autorevolissimi esponenti della Lega

Roberto Maroni ha rivendicato di essere stato il «primo nell’agosto del 2012» a chiedere un referendum consultivo sull’euro, all’indomani delle parole di Grillo (secondo cui il 70% dei cittadini, se consultatati, sarebbe favorevole all’uscita dalla moneta unica). «La nostra posizione è la posizione di Grillo, anzi la posizione di Grillo è la nostra», ha affermato il governatore lombardo, dicendosi disponibile a un’eventuale «battaglia comune» su questo fronte. Maroni ha quindi lanciato una proposta al Movimento 5 stelle: «Se Grillo propone il referendum sull’euro, noi lo sosteniamo e gli chiederò di fare lo stesso» sul referendum consultivo riguardo all’ipotesi di rendere la Lombardia una Regione a statuto speciale. A stretto giro di posta è arrivata la risposta del M5s: «Aspettiamo nelle prossime settimane Maroni ai nostri gazebo per raccogliere la sua firma per il referendum consultivo sull’euro». Vedremo. Intanto il dibattito prosegue. Interviene anche il governatore del Veneto, Luca Zaia che ha dato il ‘benvenuto’ al leader del Movimento Cinque Stelle «visto e considerato che quella del no all’euro è stata sempre la nostra bandiera, quella della Lega Nord e, insieme al referendum, ha rappresentato sempre il nostro oggetto sociale». Secondo Zaia «Grillo si è finalmente dichiarato e appoggerà le nostre iniziative». La strada da percorrere è comunque ancora lunga e certo irta di ostacoli. Il rischio resta l’incoerenza dei grillini che fuori, in piazza, per bocca del loro capo dichiarano alcune cose ma poi nelle aule parlamentari fanno altro.

Il problema è che il referendum per uscire dall’euro non si può fare perché la Costituzione non ammette referendum su trattati internazionali. Alla Lega lo sanno e infatti hanno la soluzione: una legge costituzionale.

Gli italiani devono poter raccogliere le firme e votare per i referendum abrogativi di leggi tributarie e trattati internazionali, come quello che ha portato l’Italia nell’Euro. Lo chiede la Lega, attraverso una proposta di legge costituzionale per la modifica dell’articolo 75 della Carta, che disciplina l’istituto referendario.
Una modifica “impellente e non piu’ procrastinabile”, spiega il primo firmatario della proposta, Giancarlo Giorgetti, presidente della Commissione speciale della Camera per l’esame degli atti del governo, per cancellare dalla Costituzione quei “limiti che impediscono al popolo di essere direttamente coinvolto in materia tributaria e sui trattati internazionali”.

Ma Beppe Grillo non si fa cogliere impreparato e anche lui spiega che vuole procedere raccogliendo le firme per una legge costituzionale. Peccato che con quei tempi, come abbiamo spiegato qui, non spieghi in alcun modo come trovare una maggioranza in parlamento che approvi, addirittura due volte alla Camera e due al Senato, senza le elezioni (il PD, ad esempio, ha la maggioranza assoluta a Montecitorio).
 
«IL REFERENDUM È UNA CAZZATA»: ANCHE SE LO PROPONIAMO NOI
Come abbiamo spiegato non vi sono solo impedimenti costituzionali, ma anche puramente economici allo svolgimento del referendum. Era parso in passato che la Lega ne fosse consapevole, ma evidentemente molti dirigenti non hanno recepito il messaggio. Sul tema referendum, scrive su Twitter Claudio Borghi:
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Poi rincara la dose
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Ma a Salvini pare che le cose non siano chiare chiare
salvini1
Solo motivi costituzionali? Lo stesso Salvini, parlando del referendum per l’indipendenza scozzese, si lamentava del fatto che da noi non si può votare sull’euro
Schermata da 2014-10-15 11:03:35
Quindi se si potesse votare, la Lega lo proporrebbe, nonostante il disastro economico per il paese che si potrebbe produrre durante la campagna referendaria? Noi in tutta onestà non lo abbiamo capito. A confonderci le idee contribuisce lo stesso Borghi che in questa immagine invita Grillo a firmare per la legge costituzionale della Lega che renderebbe possibile il referendum che ora la Costituzione impedisce
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Quindi riassumendo: il referendum non si può fare perché la Costituzione lo impedisce. Quindi la Lega propone una legge costituzionale per renderlo possibile. Ma il referendum “è una cazzata” secondo il responsabile della campagna “basta euro” della Lega. Non però per Maroni e Zaia che invece lo rivendicano come idea della Lega. Ma poi Grillo dovrebbe firmare la Legge costituzionale della Lega. Che però non servirebbe a fare il referendum perché è una cazzata. Alla prossima puntata della telenovela.
 

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