Le 13mila firme di Michele Emiliano contro Renzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-01-31

Il presidente della Regione Puglia lavora al referendum interno sulle riforme del precedente governo. E pensa anche a una contestazione legale sull’ultima assemblea

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Michele Emiliano si prepara alla guerra contro Matteo Renzi. E dopo aver evocato le carte bollate si delinea meglio la vicenda del referendum interno che il presidente della Regione Puglia vuole utilizzare per obbligare il segretario a portare il partito al congresso prima del termine. Ne parla oggi Amedeo La Mattina sulla Stampa:

Il governatore pugliese ha due colpi in canna: chiederà che l’ultima Assemblea nazionale del Pd venga invalidata, perché si è svolta e ha deliberato senza avere il numero legale. Nell’Assemblea del 18 dicembre venne deciso che il congresso non sarebbe stato anticipato e si sarebbe svolto a scadenza naturale ovvero nel dicembre del 2017. E comunque, ha ribadito ieri il presidente del partito Matteo Orfini, lo statuto non consente di celebrarlo prima di giugno.
«Renzi si nasconde dietro un articolo per paura del confronto: se fosse un uomo di Stato, se avesse a cuore il partito, non avrebbe alcun timore», si infiamma Francesco Boccia che si muove all’unisono con Emiliano. «Se non convoca il congresso è un codardo, roba penosa, da partito personale», aggiunge il presidente della commissione Bilancio della Camera. Boccia sta lavorando alla costituzione di un comitato nazionale che raccolga le firme per chiedere alla presidenza del Pd di convocare referendum interni per smontare le scelte strategiche del governo Renzi: scuola, banche e lavoro (jobs act).

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Quindi la partita potrebbe giocarsi su due fronti contrapposti:

La possibilità di chiedere consultazioni referendarie interne è previsto dall’articolo 27 dello statuto. A farne richiesta possono essere il segretario nazionale, la direzione nazionale con il voto della maggioranza assoluta dei suoi componenti, il 30% dei componenti dell’Assemblea nazionale oppure il 5% degli iscritti. Ecco, questa è l’ipotesi su cui si muovono Emiliano e Boccia: il 5% dei 250 mila iscritti nel 2015-16 è pari a 13 mila firme.
«Ce la possiamo fare – dice Boccia – perché riceviamo richieste a formare comitati da tutta l’Italia». Emiliano è pronto a tutto per evitare «disastrose» elezioni a giugno. È pronto pure alla battaglia delle carte bollate, puntando appunto ad invalidare l’Assemblea del 18 dicembre. Ma il governatore pugliese, che è disposto a candidarsi alla segreteria in alternativa a Renzi, vorrebbe trovare una soluzione unitaria.

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