L'affarone delle Olimpiadi a Roma

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-06-10

Cosa succederebbe se Roma vincesse la gara per i Giochi del 2024 e cosa invece potrebbe succedere se non riuscisse a ottenere l’assegnazione delle Olimpiadi? Uno studio del CEIS rivela che per la città qualche guadagno ci sarebbe lo stesso. Ma con molti distinguo

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Il tema centrale del ballottaggio a Roma sono le Olimpiadi del 2024. Lasciando perdere l’uscita della Taverna che propone di posticiparle la discussione sembra essere davvero seria. Il punto ovviamente sta nei costi per la città: tutti ricordano che nel 2011 l’allora Presidente del Consiglio Mario Monti stoppò la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020 spiegando che in quel momento non c’erano le risorse necessarie per poter partecipare alla corsa per l’assegnazione dei Giochi.
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Il ballottaggio sulle Olimpiadi di Roma 2024

Allo stato attuale i due sfidanti sono su due posizioni opposte: Virginia Raggi è fondamentalmente contraria, la candidata dei Cinque Stelle ritiene che a Roma ci siano altre priorità e che non abbia senso pensare alle Olimpiadi. Viceversa Roberto Giachetti non ha mai fatto mistero di essere favorevole sia alla candidatura olimpica sia alla costruzione del nuovo stadio per la Roma. Non è affatto scontato però che se la Raggi dovesse vincere e diventare sindaco le Olimpiadi non si faranno, dal punto di vista politico la questione infatti è molto meno semplice del previsto. Di sicuro la Raggi, in qualità di sindaco, avrebbe il potere di ritirare Roma dalla corsa per la candidatura. C’è poi la possibilità che la Raggi appoggi la proposta dei Radicali (che attualmente sono in coalizione con Giachetti) e venga indetto un referendum per far scegliere ai romani se partecipare ai Giochi. Infine c’è la questione che riguarda il rapporto tra il Governo e il Campidoglio. Non è un mistero che qualora la candidata penstastellata venisse eletta Palazzo Chigi avrebbe buon gioco a ostacolarne il lavoro anche con lo scopo di screditare le capacità dei Cinque Stelle di amministrare una grande città. In fondo le finanze cittadine dipendono anche dagli stanziamenti che lo Stato fa a Roma Capitale e quindi Renzi potrebbe fare leva sull’aspetto economico per ammorbidire le posizioni del Movimento sulle Olimpiadi.

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Il Presidente del CONI Gianni Malagò

Cosa c’è di vero nella storia che le Olimpiadi fanno rinascere le città

Questo il dato politico, incerto almeno fino a dopo il 19 giugno. C’è poi il dato economico, ovvero l’annosa e dibattuta questione sul fatto che i Giochi Olimpici (e i grandi eventi in generale) possano giovare alla città che li ospita. L’argomento è complesso e guardando la storia recente delle Olimpiadi non si può dare una risposta definitiva. In occasione delle Olimpiadi di Atene il governo ellenico e la città si indebitarono fortemente creando i presupposti per quello che è la Grecia di oggi. Dall’altra parte c’è l’esempio di Barcellona e dei Giochi del 1992 che furono il fattore decisivo per cambiare il volto della città e favorirne il boom commerciale e turistico. C’è poi l’esempio di quanto successe in occasione dei Mondiali di Nuoto di Roma 2009, la questione degli appalti truccati non è un buon viatico. Ma non dobbiamo dimenticare che il processo che finì con l’assoluzione di tutti gli imputati. Il fatto è – come scriveva il New York Times due anni fa – che è davvero difficile valutare l’impatto economico sulle città ospitanti. Uno studio del 2009 condotto dall’Università della California evidenzia come effettivamente ci siano dei benefici per le città che ospitano i giochi, ma lo stesso genere di ricadute positive c’è anche per le città che hanno corso per la candidatura e che hanno perso (spendendo però decisamente molto meno). Insomma, concludeva il NYT, quello che conta a livello economico è il fatto che una città si candidi per ospitare i Giochi, non che vinca. Il messaggio che gli investitori percepiscono infatti è che quel Paese e quella città sono un posto dove è possibile fare affari perché ci sono sia la volontà che le condizioni per farlo. Poco importa che poi i Giochi si tengano altrove. Volendo approfondire la questione c’è poi il libro di Andrew Zimbalist Circus Maximus: The Economics of Hosting the Olympics and the World Cup dove l’autore mostra come a guadagnarci veramente sui grandi eventi sportivi siano il CIO e la FIFA (per i mondiali di calcio) e come Barcellona 92 sia stata un’eccezione e non la regola.

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Il rapporto costi/benefici secondo la valutazione del CEIS di Tor Vergata, fonte Il Messaggero

Il rapporto costi-benefici dell’operazione Roma 2024 

Ma nel caso specifico di un’eventuale Roma 2024 quali serebbero i costi per la collettività e quanti sarebbero i guadagni? Oggi il Messaggero ha tirato fuori uno studio pubblicato a febbraio condotto dal CEIS di Tor Vergata in collaborazione con Openeconomics per una Valutazione Economica dei Giochi Olimpici e Paralimpici Roma 2024. Il calcolo del Valore economico netto dei giochi tiene conto dei costi (preventivati dallo stesso Comitato Promotore) che devono essere sostenuti per la realizzazione delle strutture e delle infrastrutture necessarie ai Giochi nel periodo tra il 2017 e il 2023 e confronta il costo di questo investimento con i benefici e le ricadute positive sull’economia cittadina e regionale. Secondo l’interpretazione del Messaggero (vedi tabella qui sopra) della valutezione del CEIS a fronte di una spesa complessiva che si aggira attorno ai quattro miliardi di euro i ricavi potrebbero essere di poco superiori ai sette miliardi, con un incremento del valore economico pari a poco meno di tre miliardi di euro. In realtà i costi d’investimento complessivi – che comprendono anche le infrastrutture che si realizzeranno anche se Roma non dovesse diventare città olimpica – stimati dal CEIS sono leggermente superiori, oltre i 5,5 miliardi di euro il margine di guadagno è quindi ridotto, ma c’è.
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L’aumento complessivo del PIL regionale sarebbe pari al 2,4% (un +0,4% annuo) e i cantieri per la realizzazione delle opere preparatorie per l’evento potrebbero dare lavoro a 177 mila persone, ovvero 48 mila lavoratori in più di quelli che verrebbero assunti se si decidesse di non partecipare ai Giochi. Nel lungo periodo, ovvero nei dieci anni successivi ai giochi, si arriverebbe a quasi 90 mila occupati in più in virtù del giro d’affari che si verrebbe a creare grazie all’espansione dei servizi e delle attività economiche. Secondo questa Valutazione quindi l’impatto economico dei Giochi è “molto positivo” perché il tasso di rendimento sarebbe pari al 31,1%. Naturalmente lo studio parte dal presupposto che Roma riesca ad aggiudicarsi la candidatura ma viene previsto anche uno scenario nel quale i Giochi non vengano assegnati a Roma:

Nello scenario senza il Progetto si è scelto di considerare la spesa per tutte le opere già previste a prescindere dai Giochi, rappresentate dalle infrastrutture al servizio della città il cui costo ammonta a circa 2,8 miliardi di euro. In aggiunta a questi interventi sono stati considerati anche altri 1,2 miliardi di euro spesi secondo la tipologia di investimento storica della regione Lazio. Ciò rappresenta la previsione che in assenza dei Giochi una parte alcuni investimenti sarebbero comunque realizzati ma in opere diverse da quelle necessarie allo svolgimento della rassegna olimpica e paralimpica.

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