La tassa europea sulla benzina per l'emergenza immigrazione

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-04-19

La Germania boccia la proposta di Eurobond e torna su una proposta di Schaeuble: un’accisa sul carburante per non intaccare il debito dell’Eurozona. Domani la UE approva il primo rapporto sull’accordo con la Turchia

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Approvata tranne che per un dettaglio: i soldi.  La proposta italiana di un piano per l’Africa è stata accettata da Bruxelles, ma la Germania dice «no» alla possibilità di ricorrere agli eurobond per finanziare l’emergenza. Ora si discuterà degli strumenti finanziari più adatti. Nel piano sono previsti incentivi come le quote di ingresso per i lavoratori e misure pre partenza come l’insegnamento della lingua e la formazione professionale. Intanto è aumentato il numero degli sbarchi. Secondo Frontex, il mese scorso la rotta del Mediterraneo centrale che porta i profughi sulle coste italiane ha registrato 9.600 arrivi, oltre il doppio rispetto a febbraio.

La tassa europea sulla benzina per l’emergenza immigrazione

E così il Migration Compact proposto dall’Italia, un insieme di provvedimenti che mirano ad attribuire alla Ue l’intera responsabilità della gestione dei flussi migratori e a mobilitare ingenti somme di denaro da investire nei Paesi africani in cambio di un impegno di questi a frenare i flussi di rifugiati e a riaccogliere gli immigrati illegali, ha ricevuto l’apprezzamento dell’Unione Europea: «Come l’Italia, noi alla Commissione siamo convinti che solo un approccio europeo alla crisi dei rifugiati, che riguardi le politiche interne ed esterne dell’Ue, ci può aiutare a gestire in modo ordinato i flussi migratori, in uno spirito di maggiore solidarietà, per tornare ad un sistema di Schengen pienamente funzionante. L’Ue deve gestire in modo unitario i suoi confini esterni, fornire aiuto ai profughi che hanno bisogno di protezione, offrire modi legali di arrivare in Europa e mantenere aperti i confini interni dell’Ue», ha dichiarato il portavoce di Juncker, Maragritis Schinas.

In particolare l’Italia, la Francia e la Spagna hanno sottolineato la necessità di estendere il raggio di azione della missione navale europea “Sophia” fino all’interno delle acque territoriali libiche, se il nuovo governo insediato a Tripoli ne facesse richiesta. L’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza della Ue, Federica Mogherini, ha detto che l’ampliamento dell’operazione sarebbe tecnicamente fattibile, una volta che le condizioni politiche fossero riunite. Ma l’esecutivo di Serraj è ancora in attesa del voto del Parlamento di Tobruk. (Andrea Bonanni, La Repubblica)

eurobond benzina
Gli sbarchi nel 2016 (Corriere della Sera, 19 aprile 2016)

Ma il problema numero uno, ovvero quello del finanziamento del piano, non è stato risolto. L’Italia ha proposto un meccanismo che si rifaccia agli eurobond per spendere a debito questi soldi per l’emergenza. Ma la Germania ha bocciato in tutto e per tutto l’idea. E ha rilanciato con un vecchio pallino del ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble: un’accise sulla benzina da far pagare in tutta Europa. Una nuova tassa sul carburante, agevolato dal calo dei prezzi del petrolio, per racimolare i denari necessari senza intaccare il debito dell’Eurozona.

Le reazioni italiane

Paolo Gentiloni, tuttavia, resta ottimista: “Credo che ci sia una sovrapposizione tra due questioni diverse, quella degli Eurobond in generale e questa nuova proposta italiana, che mi pare sia guardata con attenzione dal governo tedesco” afferma il titolare della Farnesina. Che torna a sottolineare, sull’altro fronte, “gli effetti economici e simbolici molto gravi per l’Europa” che avrebbe un muro al Brennero, di cui racconta di aver parlato a lungo con i colleghi austriaci. L’Alto rappresentante per la Politica estera Federica Mogherini definisce il progetto italiano “un contributo politico positivo”, sottolineando che “molti elementi supportano lavori e attività che già facciamo”. Mogherini ricorda che in seguito al vertice di Malta è stato creato il Trust Fund per l’Africa, con il quale la Ue ha già messo sul tavolo 700 milioni di euro “per progetti concreti, mirati a sostenere non solo le autorità nazionali, ma anche progetti locali”. È inoltre in corso il dialogo con Mali, Ghana, Costa d’Avorio, Etiopia, Nigeria e Sudan, e “c’è interesse a rafforzare i legami” con i Paesi del Sahel, perché sia intensificato il controllo del territorio da parte dei governi in un’area strategica per frenare l’avanzata del terrorismo. Di fronte alla ripresa dei viaggi attraverso il Mediterraneo, i ministri degli Esteri concordano inoltre sulla necessità di “tenere il focus su entrambe le rotte migratorie” sottolinea Mogherini, e “di mantenere ogni impegno su ricollocamenti e reinsediamenti”. Domani, annuncia, la Commissione approverà il primo rapporto sullo stato di avanzamento dell’accordo Ue-Turchia sui migranti. La fotografia della situazione attuale è già nei dati forniti da Frontex , l’Agenzia europea delle frontiere: a marzo sulle isole greche si sono registrati 26.450 arrivi, meno della metà del mese precedente, mentre sulle coste italiane sono sbarcati 9.600 migranti. Erano stati 2.283 nel marzo del 2015.

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