Chiara Appendino e la storia delle proteste degli immigrati all'ex MOI di Torino

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-11-24

Dopo una notte di violenza a Torino c’è chi conta i danni, chi cerca di trovare una soluzione ad una situazione che non può più andare avanti così e c’è anche chi si frega le mani, perché le proteste degli immigrati – che qualcuno dice siano state provocate ad arte – fanno il gioco di una certa parte politica. E come se non bastasse Salvini ha detto che presto sarà a Torino

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Due giorni fa la sindaca di Torino Chiara Appendino ha annunciato che il Comune sta studiando assieme alla Prefettura un piano per lo sgombero delle palazzine dell’ex-MOI (che sta per Mercati Ortofrutticoli all’Ingrosso, dal momento che lì sorgeva un tempo l’ex deposito dei mercati torinesi) l’ex villaggio olimpico occupato da più di tre anni da circa un migliaio di profughi, immigrati e richiedenti asilo per i quali nel corso di questi anni non si è provveduto a trovare un’altra collocazione. Si tratterà, ha aggiunto Appendino, di un percorso graduale che prevede la liberazione di una palazzina alla volta in modo da consentire di individuare una sistemazione alternativa – e si spera più dignitosa – per coloro che attualmente vivono all’interno dell’ex-MOI. La Sindaca ha chiesto alla fondazione di Banca San Paolo, la Compagnia di San Paolo, di finanziare il progetto di inclusione sociale e ricollocamento dei richiedenti asilo.
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Cos’ha intenzione di fare il Comune di Torino?

L’area del villaggio olimpico, che nel 2006 è stata riqualificata a suon di milioni di euro per le Olimpiadi Invernali di Torino è stata poi lasciata nel più completo abbandono da parte delle amministrazioni cittadine che non hanno saputo attuare un piano di riutilizzo della zona. Dal 2013 un gruppo di immigrati ha occupato le palazzine ormai fatiscenti e da lì non si sono più spostati, fino ad ora. La Appendino ha fatto appena in tempo ad annunciare una vaga scansione temporale di quello che succederà all’ex-MOI, facendo sapere che le azioni di sgombero e ricollocamento verranno intraprese “nei prossimi mesi” e che saranno suddivise in diverse fasi durante le quali il Comune cercherà di coinvolgere sia la proprietà degli immobili ormai fatiscenti che i rappresentanti degli occupanti che subito la tensione nell’area dell’ex villaggio olimpico è iniziata a salire alle stelle. I tafferugli di fronte all’area delle palazzione dell’ex-Moi sono iniziati alle dieci di sera di ieri, mercoledì 23 novembre, quando un gruppo di un centinaio di occupanti è sceso in strada per manifestare al grido di “italiani razzisti”. A quanto pare a causare la reazione degli immigrati è stato il lancio di due bombe carta o petardoni sotto le finestre di alcune palazzine. Gli autori del gesto non sono stati identificati ma stando a quanto è stato possibile ricostruire il tutto è iniziato come “rappresaglia” in seguito al lancio di alcuni petardi all’interno del centro scommesse “Match Point” (a duecento metri dalle palazzine occupate) presso la quale sostava un gruppo di immigrati. A lanciare i petardi sarebbe stato un gruppo di ignoti – forse ultras granata – ma gli occupanti hanno ritenuto che quei petardoni fossero indirizzati proprio contro di loro visto che nei giorni precedenti in un altro bar della zona c’erano stati momenti di tensione tra extracomunitari e ultras del Torino. Per questo motivo circa trecento immigrati residenti all’interno delle palazzine occupate ci ha messo poco a fare due più due.

A quel punto esplodono altri due petardi, questa volta più vicino alle palazzine, ed anche questa volta l’autore (o gli autori) del gesto fugge senza essere identificato. Dopo questa seconda esplosione altri abitanti dell’ex MOI scendono in strada, gettando cassonetti sulla via, danneggiando le automobili in sosta con tanto di cartelli divelti e lancio di oggetti. I tafferugli sono proseguiti per alcune ore fino a che le forze dell’ordine sono riuscite a riportare la calma e l’ordine in Via Giordano Bruno, luogo principale delle proteste.
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Chi soffia sul fuoco della protesta?

A proposito della necessità di sgomberare l’ex-MOI e trovare una soluzione abitativa per gli occupanti sono d’accordo sia Cinque Stelle che PD e ovviamente la Lega Nord. Ma mentre i primi due partiti preferiscono parlare di progetti di ricollocamento il consigliere leghista Fabrizio Ricca che non vuole che la Compagnia San Paolo usi i soldi dei torinesi per aiutare gli immigrati e chiede che gli occupanti “vengano cacciati a calci nel culo” ed invoca la soppressione della rivolta anche con l’uso della forza se necessario. Gli fa eco anche il leader della Lega, Matteo Salvini che annunciando che presto sarà a Torino proprio all’ex-MOI dichiara che “nell’ex villaggio olimpico che la sinistra ha regalato ai clandestinic’è bisogno di fare una bella pulizia generale”.
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L’annuncio dell’arrivo imminente di Salvini può essere letto come parte di una più ampia strategia volta a fare salire la tensione nel quartiere. Ad esempio stando ad un comunicato del Coordinamento Ex Moi Occupata Rifugiati già da diversi mesi vengono organizzate manifestazioni sotto l’egida di “Comitato di Quartiere Ex-Moi Lingotto”  che secondo i volontari che prestano servizio all’ex MOI “sono di chiaro stampo fascista e razzista, organizzate da Casa Pound, Lega Nord e Fratelli d’Italia“. Nei giorni scorsi alcuni giornalisti di Quinta colonna Rete 4 si sono recati in Via Giordano Bruno ma sono stati fatti allontanare dagli occupanti. Anche Sistema Torino parla della chiara volontà da parte di alcune forze politiche di soffiare sul fuoco al fine di provocare la reazione degli occupanti e creare un pretesto per chiedere a gran voce il pugno duro contro gli immigrati che vivono nell’ex villaggio olimpico.

Riassumendo quanto riportato a Radio Blackout stamane da un membro del Comitato, nell’ultima settimana gruppi legati a Casa Pound hanno cominciato a fare pressioni in zona, a provocare con insulti razzisti di modo da avere reazioni violente “dei negri”, da vendere come prova della loro diversità ed incapacità intrinseca al viver sociale. Ci hanno poi riprovato andando nei pressi delle palazzine ex MOI coi giornalisti di Quinta Colonna di Rete4 al seguito (vi ricordate Via Asti? Noi sì, ed aldilà di tutto quel che si è detto su quell’occupazione, ricordiamo benissimo la serata in cui i peggiori provocatori furono al seguito della trasmissione) e sono stati mandati via.
Pare che domenica abbiano aggredito un ragazzo del MOI in via Giordano Bruno, e ieri pomeriggio abbiano riprovato ad aggredire due ragazzi davanti al MOI. La scintilla è esplosa ieri sera, quando dei ragazzi hanno tirato dei petardi dentro al centro scommesse «Match point». Verso le 23 l’apogeo della violenza, con il lancio di due bombe carta davanti agli ingressi di una delle palazzine.

Non c’è dubbio che a trarre vantaggio dall’esasperazione di occupanti e residenti del quartiere siano soprattutto i partiti politici che hanno fatto della lotta all’accoglienza la loro principale arma politica. Come spiegare altrimenti la presenza ieri notte all’ex MOI dei fascisti del terzo millennio di Casa Pound? Loro dicono che erano presenti “per difendere i residenti del quartiere” ma a quello non servono le forze dell’ordine? Infatti la polizia ha dovuto anche occuparsi di loro facendoli allontanare dalla zona.
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E come non notare la malcelata soddisfazione del già citato Comitato Ex Moi Lingotto che su Facebook ricorda che loro avevano previsto l’esplosione della bomba ad orolgeria (ma non quella delle bombe carta)?
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La situazione è destinata ad aumentare nei prossimi mesi, in attesa che la giunta M5S (che ha “ereditato” l’ex MOI occupato dalla giunta Fassino che poco o nulla ha fatto per risolvere il problema) metta mano alla questione. La speranza dei volontari e degli occupanti è che  non succeda come a Roma, dove il M5S alla fine ha optato per lo sgombero dell’ex Baobab occupato.
 

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