La lettera di Staino a Renzi su L'Unità

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-01-12

Il direttore del quotidiano del PD rende pubblica una lettera inviata al segretario del Partito Democratico. A cui Renzi non ha mai risposto

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Il direttore dell’Unità Sergio Staino, nominato da Matteo Renzi a capo del giornale del partito, dopo la crisi e l’annuncio della chiusura del quotidiano cartaceo e dei licenziamenti ha reso pubblica una lettera inviata al segretario il 23 dicembre scorso:

Caro Matteo,
ti scrivo perché credo di essere ormai giunto alla fine delle mie forze. Dopo tre mesi di esperienza alla direzione de l’Unità puoi bene immaginare dove sia finito tutto l’entusiasmo che avevo messo nel fare questo lavoro. Ero abbastanza impaurito perché immaginavo la quantità di problemi in cui mi sarei ritrovato anche se, devo dirti con sincerità, che mai immaginavo che la quantita’ fosse cosi’ enorme e pesante. Difficolta’ umane: parlare e trattare con il tesoriere del Pd Bonifazi e con l’amministratore delegato Stefanelli, ti assicuro è esperienza che non augurerei a peggior nemico. Meglio assai con Massimo Pessina e Chicco Testa che sono persone se non altro trasparenti e razionali. Non parliamo dell’aspetto economico che mi immaginavo grave ma non tale da bloccare ogni pur minima iniziativa di rilancio del giornale. E poi il personale umano e l’isolamento del giornale. Questo e’ l’aspetto che mi addolora di più: mi sono reso conto che non c’è nessuno nel partito che sia interessato a questo foglio.
Ho un bel rapporto con i compagni di base più vecchi, ho un buon rapporto con un po’ di giovani che si sono avvicinati, ho un buon rapporto con quel che resta dei ‘Giovani Turchi’ e ho un buon rapporto di confronto con alcuni compagni a te non troppo vicini, da Macaluso a Reichlin, a Cancrini, a Cuperlo, Veltroni, Fassino e tanti altri, che lo seguono, lo commentano, mi aiutano. Ma tu e i tuoi? Zero. Credo che anche tu sia fra quelli che neanche scorre la prima pagina del giornale eppure, quando mi hai congedato a Palazzo Chigi, hai urlato allegramente: ‘Voglio un giornale bello, di tante pagine e non preoccuparti per i soldi… quelli ci sono!’. Chissa’ se te lo ricordi. Dirti quindi che sono profondamente deluso, e in prima fila deluso da te, e’ dir poco. Pensavo che il giornale ti servisse per ravvivare quella base che nel territorio si sta disperdendo nell’astensionismo o, peggio ancora, nel grillismo. Pensavo ti servisse uno strumento per ricucire queste forze, per rimetterle in circolo, per far sì che dalla base ti arrivasse quell’ondata di rinnovamento che caratterizzo’ la tua prima uscita, quella del rottamatore, e che ti avrebbe aiutato a riporre il partito alla centralità del nostro lavoro politico. Per questo ero pronto a fare molti sacrifici, ero pronto a fare un bellissimo giornale mantenendo il livello di spesa dell’attuale o addirittura riducendolo, riducendo il personale (che e’ un sacrificio politico terribile), riducendo il formato e puntando su un giornale piccolo, brutto e cattivo ma pieno di grande intelligenza e di cose che non si trovano negli altri giornali. Di cose che sono strumenti, conoscenza, elementi di lavoro per chi giorno per giorno nei territori e nelle amministrazioni e nelle aggregazioni culturali e sociali porta avanti il lavoro del partito. Purtroppo non e’ cosi.
In nessun momento il partito ha dato un segnale nei confronti miei e del giornale. Speravo che tu mi avresti fatto parlare in piazza del Popolo, almeno due minuti per presentare il rilancio del giornale e dire che il giornale era al tuo fianco ed era li’ in piazza a testimoniare la voglia di rinascita. Speravo che tu mi avresti presentato alla Leopolda come nuovo direttore da ascoltare e soprattutto aiutare in questo grosso lavoro. Al contrario, ai diffusori del nostro giornale non e’ stata neanche data l’autorizzazione per entrare alla Leopolda (nonostante fuori piovesse a diluvio). All’ultima assemblea nessuno ha accennato alla presenza del giornale e a un suo possibile ruolo nel rilancio del partito, al contrario, l’unica volta che e’ stata nominata l’Unita’ e’ stato perche’ un rappresentante della minoranza ci ha accusati di averli riempiti di vituperi ed offese. E poi adesso. La necessita’ di un incontro per sapere dove andiamo a finire rinviata di settimana in settimana, sempre cose piu’ importanti de l’Unita’, sempre cose piu’ urgenti. E’ naturale che mi venga una gran voglia di togliere il disturbo. L’occasione e’ pronta: il 12 gennaio ci sara’ un consiglio di amministrazione in cui si sanzionera’ l’ennesimo fallimento e l’ennesima chiusura. Cosa ne guadagni questo lo sa solo Dio. Cosa ne guadagni tu, cosa ne guadagna il partito, cosa ne guadagna la sinistra e l’intera società.
Sergio.

«Altri venti giorni sono passati dall’invio di questa lettera, venti giorni di silenzio totale. Questo mi costringe a renderla pubblica per vedere se riesci a degnarmi di una qualche risposta. Io ti ho sempre apprezzato per quel tuo continuo ripetere ‘ci metto la faccia’, è possibile che questo non valga per l’Unità?», chiude Staino.

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