La Grecia pagherà i suoi debiti il 9 aprile

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-04-06

Contrariamente a quanto si annunciava in Italia, il prestito del Fondo Monetario Internazionale verrà onorato. Varoufakis cerca un’intesa preliminare con i creditori il 24 aprile

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Il ministro greco delle Finanze, Varoufakis ha detto di volere raggiungere un’intesa preliminare con i creditori alla riunione dell’Eurogruppo il 24 aprile. Lo riferisce il quotidiano “Naftemporiki”.  “All’Eurogruppo del 24 aprile deve essere una conclusione preliminare per quando riguarda l’accordo dell’Eurogruppo del 20 febbraio”, ha detto Yannis Varoufakis al giornale greco. La scorsa settimana la Grecia ha presentato un nuovo pacchetto di riforme nella speranza di sbloccare la parte restante dei finanziamenti internazionali, ma la proposta deve ancora ottenere il consenso dell’Unione Europea e del Fondo montario internazionale.
 
LA GRECIA PAGHERÀ I SUOI DEBITI
Il ministro delle Finanze ellenico, Yanis Varoufakis, annuncia anche che la Grecia intende “rispettare tutti i suoi obblighi con tutti i suoi creditori ‘ad infinitum'”, e lo dice bizzarramente all’espressione latina per “in eterno” (riportando alla memoria, forse una coincidenza, l’idea di Atene, già bocciata, di non saldare il suo maxi-debito da 240 miliardi con la tanto vituperata troika, che l’ha salvata dal default, ma di emettere “titoli perpetui”) al termine dell’incontro avuto a Washington con il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Christine Lagarde. Varoufakis ha aggiunto che il governo di Atene pensa di “riformare profondamente la Grecia” e cercherà di migliorare “l’efficacia dei negoziati” con i suoi creditori. Per questo il prestito che andava in pagamento il 9 aprile verrà onorato. Christine Lagarde incassa le rassicurazioni del ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, volato a Washington, dove nelle prossime ore incontrerà esponenti del Tesoro americano. Aumenta intanto la ‘frustrazione’ delle autorità europee nei confronti di Atene: molti rappresentati dell’Ue, inclusi alcuni ministri delle finanze, avrebbero suggerito in conversazioni private, – riporta il Financial Times – che solo una decisione del premier Alexis Tsipras di ‘scaricare’ l’ala dell’ultra sinistra del suo partito Syriza potrebbe rendere un accordo sul salvataggio possibile. Lagarde plaude alla “conferma” del rimborso di 458 milioni di euro da parte della Grecia. Al centro dell’incontro con Varoufakis il programma di riforme della Grecia. “Ci siamo scambiati i nostri punti di vista sugli sviluppi attuali e ci siamo detti d’accordo sul fatto che un’efficace cooperazione è nell’interesse di tutti. Abbiamo osservato che la continua incertezza non è nell’interesse della Grecia” ha affermato Lagarde al termine dell’incontro, sottolineando di aver “espresso il proprio apprezzamento per l’impegno del ministro a migliorare le capacità del team tecnico di lavorare con le autorità per la necessaria due diligence ad Atene, e rafforzare la discussione politica con i team a Bruxelles. Ho ribadito che il Fondo resta impegnato a lavorare con le autorità per aiutare la Grecia a tornare sulla strada della crescita sostenibile”.
 
UNA NUOVA COALIZIONE?
L’incontro arriva mentre Bruxelles è sempre più frustrata. L’idea che circolerebbe è quella – mette in evidenza il Financial Times – che Tsipras formi una nuova coalizione con il tradizionale partito di centro sinistra Pasok e con il nuovo partito di centro sinistra To Potami, contro cui si è battuto nelle elezioni di gennaio. “Tsipras deve decidere se vuole essere premier o leader di Syriza”, afferma un rappresentante europee con il Financial Times. “Questo governo” in Grecia “non può sopravvivere”, aggiunge un rappresentante di un ministro dell’Economia dell’area euro. I rappresentati europei insistono sul fatto che non stanno cercando di forzare un cambio di governo. Ma ammettono anche – riporta il Financial Times – la loro frustrazione per la mancata scelta di Tsipras fra la piattaforma di sinistra che chiede una bocciatura del piano di salvataggio e un approccio più pragmatico, che includerebbe potenziali alleati centristi in parlamento”.

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