Il discorso sconclusionato del Papa sull'«ideologia gender»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-04-08

Bergoglio all’attacco di una bufala e di un’ideologia inesistente: «Non cadiamo nel peccato di pretendere di sostituirci al Creatore. Siamo creature, non siamo onnipotenti»

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L’ideologia gender è una “sfida” che “emerge” e deve essere affrontata. “E’ inquietante – scrive il Papa nell’Esortazione Amoris Laetitiae – che alcune ideologie di questo tipo, che pretendono di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili, cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione di bambini”. “Una cosa è comprendere la fragilità umana o la complessità della vita – commenta il Papa -, altra cosa è accettare ideologie che pretendono di dividere in due gli aspetti inseparabili della realtà. Non cadiamo nel peccato di pretendere di sostituirci al Creatore. Siamo creature, non siamo onnipotenti”.

Il pippone del Papa sull’«ideologia gender»

Il Papa ne ha anche per gli omosessuali. La persona omosessuale “va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ‘ogni marchio di ingiusta discriminazione’ e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza”. Lo dice il Papa nella Amoris Laetitia, aggiungendo però – e riprendendo tale concetto dalla Relazione finale del Sinodo – che “non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”. Sulle situazioni familiari “irregolari”:  “La Chiesa possiede una solida riflessione circa i condizionamenti e le circostanze attenuanti”. “Per questo non e’ piu’ possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta ‘irregolare’ vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante”. “I limiti – prosegue il Papa – non dipendono semplicemente da una eventuale ignoranza della norma. Un soggetto, pur conoscendo bene la norma, puo’ avere grande difficolta’ nel comprendere ‘valori insiti nella norma morale’ o si puo’ trovare in condizioni concrete che non gli permettano di agire diversamente e di prendere altre decisioni senza una nuova colpa. Come si sono bene espressi i Padri sinodali, ‘possono esistere fattori che limitano la capacita’ di decisione’. Gia’ san Tommaso d’Aquino riconosceva che qualcuno può avere la grazia e la carità, ma senza poter esercitare bene qualcuna delle virtu’, in modo che anche possedendo tutte le virtu’ morali infuse, non manifesta con chiarezza l’esistenza di qualcuna di esse, perché l’agire esterno di questa virtu’ trova difficolta'”.

Maschile e femminile

Non si può ignorare “che nella configurazione del proprio modo di essere, femminile o maschile, non confluiscono solamente fattori biologici o genetici, ma anche molteplici elementi relativi al temperamento, alla storia familiare, alla cultura, alle esperienze vissute, alla formazione ricevuta, alle influenze di amici, familiari e persone ammirate, e ad altre circostanze concrete che esigono uno sforzo di adattamento”, scrive ancora nell’esortazione apostolica sulla famiglia “Amoris laetitia“. “E’ vero – prosegue – che non possiamo separare cio’ che e’ maschile e femminile dall’opera creata da Dio, che e’ anteriore a tutte le nostre decisioni ed esperienze e dove ci sono elementi biologici che e’ impossibile ignorare. Pero’ e’ anche vero che il maschile e il femminile non sono qualcosa di rigido. Percio’ e’ possibile, ad esempio, che il modo di essere maschile del marito possa adattarsi con flessibilita’ alla condizione lavorativa della moglie. Farsi carico di compiti domestici o di alcuni aspetti della crescita dei figli non lo rendono meno maschile, né significano un fallimento, un cedimento o una vergogna. Bisogna aiutare i bambini ad accettare come normali questi sani “interscambi”, che non tolgono alcuna dignita’ alla figura paterna. La rigidita’ diventa una esagerazione del maschile o del femminile, e non educa i bambini e i giovani alla reciprocita’ incarnata nelle condizioni reali del matrimonio. Questa rigidita’, a sua volta, puo’ impedire lo sviluppo delle capacita’ di ciascuno, fino al punto di arrivare a considerare come poco maschile dedicarsi all’arte o alla danza e poco femminile svolgere un incarico di guida. Questo, grazie a Dio, e’ cambiato, ma in alcuni luoghi certe concezioni inadeguate continuano a condizionare la legittima liberta’ e a mutilare l’autentico sviluppo dell’identita’ concreta dei figli e delle loro potenzialita'”. Nel testo, peraltro, il Papa precisa che sta emergendo una “sfida” che e’ la ideologia del “gender”, che “nega – scrive il Papa citando il Sinodo – la differenza e la reciprocita’ naturale di uomo e donna”.

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