Il MoVimento 5 Stelle di Torino ha una relazione complicata con il WiFi

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-07-20

Nel programma quinquennale di governo della sindaca Chiara Appendino è scritto nero su bianco che l’amministrazione farà di tutto per potenziare le connessioni WiFi gratuite in città. Ma al tempo stesso vuole limitarne la diffusione perché le emissioni sarebbero pericolose per la salute. Ma in fondo è solo il libro dei sogni della giunta a cinque stelle

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Siamo uno strano Paese, sogniamo di essere nel futuro, crediamo di essere all’avanguardia ma ci scopriamo terrorizzati dai pericoli – spesso immaginari – delle nuove tecnologie. Gli OGM sono l’esempio perfetto, la paura degli organismi geneticamente modificati è stata cavalcata da tutte le parti politiche. Altra questione particolarmente sentita è quella riguardante l’inquinamento elettromagnetico, tutti vogliono lo smarphone con il 4G (con quello che costa) ma ben pochi accettano la costruzione di antenne. Infine c’è il Wi-Fi e le reti wireless che presenta due problemi: causa il cancro e attira nei pressi degli hotspot gli immigrati “perdigiorno” appena sbarcati dai barconi armati con i loro smartphone.

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La sindaca Chiara Appendino al Torino Pride 2016

La vecchia storia dei cellulari che friggono le uova

Fanno male? Causano il cancro? Anni fa Grillo aveva pubblicato la bufala dell’uovo cotto dalle onde elettromagnetiche, e qualcosa deve essere rimasto nel Movimento di quegli insegnamenti. La risposta è che non ci sono sufficienti evidenze scientifiche per dimostrare che ci sia una correlazione di causa-effetto tra emissioni di onde elettromagnetiche nella frequenza usata dai cellulari e dalle reti Wi-Fi e una maggiore incidenza dei tumori al cervello. L’esposizione ai livelli di emissione di cellulari e reti wireless non sembra aver contribuito ad aumentare il numero di casi di tumore. Eppure c’è chi ritiene che siano pericolose e lo scrive in un programma elettorale. Lo ha fatto il Movimento 5 Stelle di Torino nel suo programma di governo per la città per il quinquennio 2016-2021.
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A pagina 23 del programma si legge che l’Amministrazione comunale guidata da Chiara Appendino ha intenzione di chiedere la riduzione del “tempo e/o la quantità delle emissioni in modo che sia garantita la connettività per lo stretto necessario“. Inoltre “ove sarà possibile” verrà chiesto “di ridurre il numero di singoli impianti o emittenti, riducendole al numero strettamente necessario a garantire la copertura e/o la connettività dei dispositivi mobili“. Di fatto però meno impianti o emittenti significa che quelli in funzione dovranno aumentare la potenza di emissione per poter garantire la stessa copertura sul territorio o negli edifici pubblici.
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La cosa interessante è che altrove nel programma l’aumento della copertura Wi-Fi (#ovviamentegratis) è uno degli aspetti che la nuova Amministrazione comunale torinese ritiene fondamentali per potenziare e migliorare l’offerta turistica della città. In fondo il M5S è pur sempre il partito della Rete e della connettività gratuita per tutti, sul programma elettorale delle politiche 2013 ci sono l’introduzione dei ripetitori Wimax per l’accesso mobile e diffuso alla Rete e  l’abolizione della legge Pisanu sulla limitazione all’accesso wi fi.
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E del resto la creazione di un’infrastruttura tecnologica all’avanguardia – ovvero non di hotspot accesi “per lo stretto necessario e per garantire il minimo della connettività” – è uno degli altri punti dell’azione di governo a medio termine. Addirittura il piano d’azione prevede la costruzione di un sistema Wi-Fi a banda larga su tutta la città “attraverso l’installazione di routers e antenne wifi dedicate all’utilizzo da parte di cittadini e imprese”. Come farà la sindaca Chiara Appendino a conciliare le istanze di modernizzazione e sviluppo tecnologico delle quali il suo partito si fa promotore con una visione vagamente oscurantista della tecnologia che consente quella connettività cui aspira? Probabilmente i diversi tavoli di lavoro che  hanno lavorato alla stesura del programma non si sono sufficientemente confrontati. Ma non dobbiamo preoccuparci troppo, abbiamo imparato che i programmi sono il libro dei sogni, metterli in atto è ben altra cosa.
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Quindi dal momento che la lotta all’inquinamento elettromagnetico non compare nel programma elettorale della Appendino (c’è invece il potenziamento della rete WiFi) sarà molto più interessante giudicare i fatti invece che le intenzioni. Detto questo il programma di governo della sindaca di Torino, a parte la questione WiFi e la “promozione dell’alimentazione vegetarian/vegana come atto fondamentale per salvaguardare l’ambiente” non sembra poi così diverso dai programmi di governo di altre amministrazioni comunali. Ma appunto, sono programmi, e anche l’opposizione che oggi tenacemente si attacca alle reti wireless e al vegetarianesimo comunale per dire che la Appendino a Torino causerà l’Apocalisse forse dovrebbe aspettare a vederla all’opera.

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