La Grecia dice no alla cravatta dell'Eurogruppo

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-02-16

La prima proposta di Bruxelles è definita «inaccettabile» da Tsipras e Varoufakis. Ma la partita è ancora aperta. Giovedì o venerdì un altro incontro. La riunione è stata sospesa, il clima è pessimo. La diffusione della bozza di accordo ha causato la sospensione

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Il governo greco ha respinto come «assurda e inaccettabile» la proposta dell’Eurogruppo per un memorandum di intesa allo scopo di bloccare lo stallo del negoziato. È quanto viene fatto filtrare da fonti del governo greco citate da France Presse. Si chiude quindi con un nulla di fatto il primo tentativo di accordo tra Atene e Bruxelles. Yanis Varoufakis al New York Times oggi aveva detto che per l’Europa era finito il tempo dei giochi. Dopo che i greci hanno rigettato la proposta dell’Eurogruppo, la riunione, ad alta tensione, è stata ora sospesa per consentire riunioni bilaterali. La bozza diceva che «La Grecia intende richiedere estensione tecnica del programma corrente per 6 mesi», come passo intermedio per permettere di dare tempo alle autorità greche e all’Eurogruppo di negoziare una successiva intesa, e per questo è stata rigettata. I greci hanno diffuso il documento in sala stampa, causando l’irritazione dei partecipanti al meeting.
 
PER LA GRECIA LA PROPOSTA DELL’EUROGRUPPO È INACCETTABILE
«Alcuni in Europa – dice la fonte senza precisare chi avrebbe composto il testo – vogliono che il governo greco implementi il salvataggio, il che è irragionevole e non accettabile. Coloro i quali continuano a battere questi tasti stanno perdendo tempo. A queste condizioni non ci può essere accordo oggi». Il governo guidato da Alexis Tsipras ha fatto campagna elettorale promettendo ai greci la fine del memorandum e un allentamento delle misure di risanamento dei conti pubblici, pur consapevole di avere comunque bisogno da parte dei suoi creditori di denaro fresco nei prossimi mesi. Già all’inizio della riunione dell’Eurogruppo era stato indicato che i ministri si preparavano non solo a fare la nottata a Palazzo Justus Lipsius, ma si apprestavano a tornare a Bruxelles giovedì o venerdì prossimi. Qualcuno non esclude addirittura che possa ipotizzarsi anche un vertice dei capi di stato e di governo della zona euro nel caso i ministri fallissero il tentativo di trovare un accordo. Vari ministri avevano indicato che le discussioni sono molto difficili, la Commissione europea appariva delusa dal confronto tecnico del fine settimana. L’Eurogruppo sembra avere una linea di partenza comune: estendere il programma attuale per 3-6 mesi e avviare contemporaneamente i negoziati per una nuova versione più morbida. Per la Grecia la proposta è inaccettabile perché significherebbe smentire la promessa elettorale. Intanto volano parole grosse: il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble ha accusato Tsipras di irresponsabilità e il governo ellenico ha risposto per le rime.


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COSA C’È CHE NON VA
Nella bozza di accordo si leggeva che le autorità greche volevano chiudere con successo il programma, tenendo conto dei piani del nuovo governo. Ovvero avrebbero accettato quello che in partenza era stato rifiutato proprio da Alexis Tsipras qualche giorno fa, in nome del mandato popolare conferito dalla vittoria alle elezioni. La bozza poi prevedeva un uso maggiorato della flessibilità già presente nell’accordo, e anche questo punto non è stato accettato dai greci proprio per il riferimento all’attuale programma. Il terzo punto su cui non si è trovato l’accordo è quello sulle politiche economiche dell’esecutivo. Anche se la Troika è nominalmente sparita dall’accordo, infatti, nell’accordo si assicurava il lavoro in assenso con i partner europei ed internazionali. Ovvero, la troika. Nel testo scompare il riferimento del 3% per il surplus di bilancio 2015, e questo invece è un punto sicuramente gradito a Tsipras e Varoufakis. «A questo punto spetta ai greci decidere che cosa fare» ha detto il presidente Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem al termine della riunione sulla Grecia che si e’ chiusa in anticipo con un nulla di fatto.
 

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