Varoufakis spiega al New York Times che non è più tempo di giochi in Europa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-02-16

Come Di Battista, anche il ministro greco oggi è sul quotidiano americano. Ma l’articolo che firma serve a spiegare che la sua politica con la teoria dei giochi non c’entra nulla. E c’entra invece molto con una nuova idea di Europa

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Come Alessandro Di Battista, ma per motivi completamente diversi. Yanis Varoufakis oggi scrive un articolo sul  New York Times mentre sta per cominciare l’Eurogruppo che si occuperà della Grecia: una trattativa che può rappresentare, come scrive lui stesso, il punto di svolta per l’unione monetaria europea e il cui risultato può cambiare la vita di una generazione di greci. Varoufakis spiega subito che pur essendo un amatore della teoria dei giochi, non ha in alcun modo utilizzato i suoi dettami per condurre la trattativa con l’Unione Europea. Perché, spiega il ministro delle Finanze greco, è proprio la teoria dei giochi a convincerlo che sarebbe un errore pensare alle trattative con l’Eurogruppo come un campo di gioco in cui è possibile bluffare. Mentre nel poker o nel blackjack questa teoria funziona, in Europa serve invece creare una nuova mentalità, nella quale non si ragioni in base a schemi come creditore/debitore ma in base a una prospettiva paneuropea, che ponga il bene comune al di sopra delle meschinità politiche.
 
YANIS VAROUFAKIS SPIEGA AL NEW YORK TIMES COSA VUOLE DALL’EUROPA
Varoufakis prosegue spiegando che come ministro delle finanze di una piccola nazione che manca di una banca centrale ed è vista come un problema dai suoi partner, è convinto che non c’è nessun piano B nella sua strategia: non è un gioco, il suo, ma un voler presentare onestamente i fatti che riguardano l’economia greca e mettere sul tavolo le proposte per farne ripartire la crescita nell’interesse anche dell’Europa. Ci sono due differenze tra il governo Tsipras e i suoi predecessori: loro sono determinati a combattere contro gli interessi particolari per guadagnarsi la fiducia dei partner, ma anche a non essere trattati come una colonia a causa dei debiti. Ed è difficile non ripensare alla frase di Monti sulla Troika come forma di neocolonialismo, mentre si legge Varoufakis. E a chi gli chiede che cosa succede se l’unico modo di garantirsi un rifinanziamento è accettare i principi della Troika, lui risponde che non vuole bluffare, e non volendo nemmeno rompere non intende in alcun modo arrivare a quel punto. «Il nostro governo – continua Varoufakis – non chiede ai nostri partner una via d’uscita per non ripagare i suoi debiti. Chiede invece un paio di mesi di stabilità finanziaria per intraprendere un cammino di riforme che permetta alla Grecia di ripartire e aiutare chi oggi ad Atene è in ginocchio. Non è un’idea che viene dalla teoria dei giochi, ma da Immanuel Kant, quando dice che bisogna fare quello che è giusto, non quello che ci conviene». E la strada della giustizia, conclude, la troviamo negli occhi degli affamati nelle strade delle nostre città: l’Europa potrà ritrovare la sua anima soltanto mettendo gli interessi del popolo al centro della scena.
L’EUROGRUPPO DI OGGI
Intanto qualche spiraglio nei confronti di un accordo sulla Grecia nella riunione di stasera all’Eurogruppo c’è, secondo  il commissario Ue agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici. «C’è la volontà di concludere questa sera in modo positivo – ha detto Moscovici – non voglio parlare del prossimo passo da fare se questo non succede. Cerchiamo un buon accordo, che prenda in considerazione le scelte degli elettori greci ma anche gli impegni presi dal governo». Questo pomeriggio, le istituzioni che hanno partecipato ai colloqui tecnici di venerdì e sabato con le autorità greche riferiranno all’Eurogruppo i risultati di tali discussioni, ha detto la portavoce Ue Annika Breidthardt durante il briefing di mezzogiorno, facendo attenzione a non utilizzare più il termine “troika” che è stato deciso di superare, anche se “i capi delegazione delle istituzioni coinvolte”, Ue, Bce e Fmi, “non sono cambiati”. Quelli dei giorni scorsi a Bruxelles, ha aggiunto, “non sono stati negoziati ma uno scambio di vedute in vista del negoziato che avra’ luogo fra i ministri dei 19 stasera”. L’obiettivo è arrivare a un testo di accordo che possa trovare tutti d’accordo, ma le discussioni tecniche servivano solo a preparare il terreno per il dibattito politico all’Eurogruppo. Intanto, parole molto dure arrivano da Berlino: dopo essersi detto “scettico” sulla possibilita’ che l’Eurogruppo si chiuda con un accordo, il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha accusato il governo Tsipras di portare avanti la trattativa in maniera “irresponsabile”. “Mi spiace per i greci, hanno eletto un governo che al momento si sta comportando in maniera irresponsabile”, ha affermato in un’intervista radiofonica, “mi sembra che per questo nuovo esecutivo sia tutto una grande mano di poker”. Interrogato sulla possibilita’ che Atene esca dall’euro, il ministro tedesco ha risposto che “non e’ quello che vogliamo” ma che tocca alla sua controparte ellenica, Yanis Varoufakis, prendere una decisione.

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