«Firma contro l’ideologia del gender!»

di Chiara Lalli

Pubblicato il 2014-12-29

L’infida filosofia sotto la lente di chi lancia petizioni. E adesso sono rovinati? E voi cosa aspettate?

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Pericolosa come le scie chimiche, infida come un antidolorifico, l’ideologia del gender si insinua prima nelle vostre menti e poi nelle scuole dei vostri figli. Gli ossessionati paladini della lotta per difendere la «natura umana» ci hanno fatto una petizione. Finalmente puoi firmare per fermarla (Petizione sull’educazione affettiva e sessuale nelle scuole)!

ProVita Onlus, l’Associazione Italiana Genitori (AGe), l’Associazioni Genitori delle Scuole Cattoliche (AGeSC), il Movimento per la Vita e Giuristi per la Vita, presentano questa petizione propositiva al Ministro dell’Istruzione, nonché al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio, affinché i nostri figli possano trovare nella scuola, non ideologie destabilizzanti come l’ideologia gender, ma progetti, corsi e strategie educative che permettano uno sviluppo sano della loro personalità, in armonia con la famiglia e con le istanze etiche, rispettosi di tutti ed in primis della natura umana.
Hanno finora aderito alla petizione anche le seguenti realtà: La Nuova Bussola Quotidiana, Tempi, il Timone, Voglio la Mamma, la Fondazione Novae Terrae e VitaE.

Ideologia del gender petizione
 
FIRMA ANCHE TU CONTRO L’IDEOLOGIA DEL GENDER
Lo sviluppo sano non può prendere l’ideologia del gender, dietro la quale si annidano pericoli terribili.

Sempre più diffusa è la consapevolezza che ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza educativa, in particolare per quanto riguarda le tematiche dell’affettività e della sessualità. Molti hanno già reagito contro la subdola introduzione della teoria del gender nelle scuole di ogni ordine e grado (fin dagli asili nido). Tuttavia, anche quando non si arriva a questo punto, in molti casi l’educazione sessuale è priva di riferimenti morali, discrimina la famiglia, e mira ad una sessualizzazione precoce dei ragazzi.
Attualmente i progetti educativi in questo ambito vengono spesso presentati richiamando l’esigenza di “lottare contro la discriminazione“. L’intento in sé potrebbe essere lodevole se ciò significasse educare gli studenti a rispettare ogni persona e a non rendere nessuno, a causa delle proprie condizioni personali (disabilità, obesità, razza, religione, tendenze affettive, ecc.), oggetto di bullismo, violenze, insulti e discriminazioni ingiuste. In realtà il concetto generico di “non discriminazione” nasconde molto spesso: la negazione della naturale differenza sessuale e la sua riduzione ad un fenomeno culturale che si presume obsoleto; la libertà di identificarsi in qualsiasi “genere” indipendentemente dal proprio sesso biologico; l’equiparazione di ogni forma di unione e di “famiglia”; la giustificazione e normalizzazione di quasi ogni comportamento sessuale. Tutto ciò, anche in altri paesi dove simili strategie educative sono da tempo applicate, come in Inghilterra e Australia, ha già causato una sessualizzazione precoce della gioventù che ha portato ad un aumento degli abusi sessuali (anche tra giovani), alla dipendenza dalla pornografia, all’attività sessuale prematura con connesso aumento di gravidanze e aborti già nella prima adolescenza, e all’aumento della pedofilia.

Un disastro. I punti sono tutti molto belli, ma l’ultimo è il più bello di tutti.

  • Che si porti a riconoscere che l’attività sessuale non si riduce alla dimensione del piacere, ma che comporta delle conseguenze gravi e dei doveri importanti.  A questo proposito si potranno mostrare utilmente i risultati delle indagini sociologiche secondo le quali ritardare l’attività sessuale e ridurre il numero di partner aumenta le possibilità di intrattenere relazioni stabili nel futuro e riduce i problemi psicologici (come la depressione), specialmente nelle ragazze.

 
Lo ripeto ché è un passaggio importante: ritardare l’attività sessuale e ridurre il numero di partner aumenta le possibilità di intrattenere relazioni stabili nel futuro e riduce i problemi psicologici (come la depressione), specialmente nelle ragazze.

* Sposata, 4 figli. Consulente familiare, Laureata in Scienze politiche. Presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Lazio.
Io firmo e tu?
Voi che aspettate?

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