David Haines: il video dell'ostaggio britannico decapitato dall'ISIS

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-09-14

L’ostaggio scozzese aveva 44 anni. I terroristi tornano a minacciare gli alleati dell’America. Il boia sembra lo stesso dei precedenti filmati. Il copione è lo stesso di Foley e Sotloff. Obama e Cameron: «Porteremo i responsabili davanti alla giustizia»

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David Cawthorne Haines è stato decapitato. L’ISIS ha diffuso l’ennesimo video con la sua esecuzione: un filmato di due minuti e ventisette secondi dal titolo «Messaggio per gli alleati dell’America». Alcuni fotogrammi del video di David Haines:


DAVID HAINES: IL QUARTO OSTAGGIO DECAPITATO DALL’ISIS
Il messaggio è indirizzato al premier britannico David Cameron, ma rappresenta anche una implicita risposta all’offensiva anti-Isis lanciata dal presidente americano Barack Obama, che prevede una vasta campagna di raid aerei in Iraq e anche in Siria, e la creazione di una coalizione internazionale formata a vario livello da decine di Paesi. Il video ricalca il copione dei due precedenti, che hanno resa nota la decapitazione dei giornalisti americani James Foley e Steven Sotloff. Haines appare in ginocchio, nel deserto, e indossa una tuta arancione, simile a quella dei detenuti del supercarcere militare americano di Guantanamo. Come nei precedenti filmati, anche in questo caso l’ostaggio condanna le azioni del suo governo contro l’Isis e lo accusa di essere responsabile della sua morte, apparentemente leggendo un testo scritto. Secondo la trascrizione del sito web ‘Site’, che monitora l’attività dei gruppi terroristi online, rivolgendosi a Cameron Haines afferma: «Sei entrato volontariamente in una coalizione con gli Usa contro lo Stato Islamico, come ha fatto il tuo predecessore Tony Blair, seguendo la tendenza dei nostri premier britannici che non hanno il coraggio di dire no agli americani». Il boia, interamente vestito di nero e col volto coperto, sembra essere lo stesso dei due precedenti filmati, anche a giudicare dal suo forte accento inglese. E anche in questo caso preannuncia una nuova esecuzione: la prossima vittima, dice, sara’ un altro ostaggio britannico, identificato con il nome di Alan Henning. E a sua volta, anche il carnefice si rivolge a Cameron, dicendogli che «questo inglese deve pagare il prezzo per la tua promessa di armare i peshmerga contro lo Stato islamico». Per il boia, l’alleanza con gli Usa porterà solo ad «accelerare la tua distruzione» e trascinerà la Gran Bretagna «in un’altra sanguinosa guerra che non potete vincere».

I PARTICOLARI DEL VIDEO
Il Guardian ha analizzato i particolari del video, trovando molte similitudini con i precedenti. Anche questo video è stato registrato su una collina arida e deserta; Elliot Higgins, fondatore di Bellingcat, sostiene di aver individuato in Raqqa (Siria), il luogo della morte di James Foley: un territorio sotto controllo dell’ISIS da oltre un anno. Non è ancora chiaro il momento in cui è stato registrato; i capelli di Sotloff erano cresciuti nel tempo trascorso tra il primo video in cui è comparso e quello della sua decapitazione; anche quelli di Haines, dice il Guardian, sembrano cresciuti. Il killer poi fa riferimento alla campagna americana di attacchi aerei in Iraq, in particolare parlando del bombardamento della diga di Haditha, nella provincia di Anbar. Gli Stati Uniti hanno effettuato almeno nove attacchi aerei durante lo scorso week end. Il video potrebbe essere stata filmato da allora, e la voce fuori campo aggiunta successivamente. Tra il rilascio dei due video sono passati dieci giorni. Anche Haines, come Sotloff e Foley, è in ginocchio davanti al suo assassino. Quando si rivolge verso la fotocamera ha indosso un microfono, che si vede chiaramente nella seconda metà del video. L’assassino è mancino. Tutti e tre i video cominciano con i discorsi degli ostaggi alla videocamera, ma ovviamente Haines si rivolge a Cameron invece che a Obama. Come con Sotloff e Foley, il video comincia mostrando la decapitazione e poi mostra il corpo con la testa a terra.
CHI ERA DAVID HAINES
David Haines, 44 anni, lavorava come esperto della sicurezza per diverse Organizzazioni non governative, e per questo è stato in molti Paesi segnati da conflitti, come la Libia e il Sud Sudan. Prima di scegliere questa strada, è stato un militare al servizio di Sua Maestà per 12 anni. Lascia la moglie e due figlie, di 17 e 4 anni. Solo poche ore prima la diffusione del video, la sua famiglia aveva lanciato un appello ai sequestratori perché si mettessero in contatto con loro, lamentando che questi non avevano mai risposto ai ripetuti loro tentativi di creare un canale di comunicazione. In una prima reazione, Cameron ha replicato affermando che si tratta di «un omicidio ignobile, rivoltante. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per dare la caccia agli assassini», ha garantito. E anche la dichiarazione di Obama non si e’ fatta attendere. Gli Stati Uniti, ha affermato, «sono a fianco dei nostri stretti amici e alleati nel lutto e nella determinazione» e lavoreranno «con il Regno Unito e una ampia coalizione di Nazioni per portare i responsabili di questo atto barbaro davanti alla giustizia e per indebolire e distruggere questa minaccia ai popoli dei nostri Paesi, della regione e del mondo». Il Corriere della Sera parla di lui oggi:

In Libia gestisce la sicurezza per l’ong americana Handicap International che ha lanciato un programma di sminamento. Poi vola in Sud Sudan, dove è impiegato da Non violent Peaceforce, un altro grupp oUsa di «operatori di pace non armati». Non sono grandi organizzazioni quelle che impiegano l’ex militare che qualcuno aveva ribattezzato benevolmente «lo scozzesematto»: il direttore di NonviolentPeaceforce l’ha descritto come un gran lavoratore, che si adattava alle situazioni più disagevoli, esperto di sicurezza. Una di quelle migliaiadi persone oscure che negli ultimidieci anni hanno girato tra MedioOriente e Afghanistan per guadagnarsida vivere o per vedere ilmondo o per fare del bene, piccolicontractor descritti talvolta comemercenari. Nel villaggio di Scone,dove tutti si conoscono, il vicinoScot Stevenson diceva pochi giornifa: «Tutti noi speriamo in un miracolo».

Intanto stamane l’aviazione francese ha lanciato la sua prima missione: aerei-spia Rafales sono decollati dalla base militare francese di Abu Dhabi per una ricognizione sull’Iraq. Sul posto e’ arrivato anche il ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian. Proprio un intervento aereo e’ stato sollecitato dal presidente iracheno, Fouad Massoum, il qaale ha avvertito che senza una pronta risposta ”forse lo Stato islamico occpera’ altri territori”. L’Italia ha inviato nei giorni scorsi i primi due carichi di armi e munizioni ai ‘peshmerga’ curdi nel nord dell’Iraq, ha riferito il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, spiegando che Roma avra’ anche un ruolo politico per far lavorare insieme la coalizione, giovandosi delle ”buone relazioni con tutti i Paesi della regione”. Si e’ chiarito invece che, contro l’Iran, non si formera’ l’anomala alleanza Usa-Iran. Teheran ha fatto sapere di aver respinto da tempo la richiesta di collaborazione arrivata dagli Usa: ”Gia’ nei primi tempi, gli Usa avevano chiesto attraverso l’ambasciatore in Iraq se potevamo cooperare contro l’Isis”, ha raccontato la Guida suprema della repubblica islamica, Ali Khamenei. Ma la richiesta e’ stata respinta al mittente perche’ gli americani ”hanno le mani sporche di sangue”, ha affermato.

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