«Il caudillo Renzi? Un maleducato di talento»

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-04-30

Ferruccio De Bortoli saluta il Corriere della Sera criticando il presidente del Consiglio e augurandosi che Mattarella non firmi l’Italicum. Il precedente dello scorso settembre

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Ferruccio De Bortoli saluta il Corriere della Sera con un lunghissimo “rendiconto” – così si intitola il suo articolo – pubblicato oggi a pagina 35 del quotidiano in cui fa il punto sulla sua seconda direzione a via Solferino e soprattutto critica pesantemente il presidente del Consiglio, chiamandolo caudillo (parola spagnola utilizzata per indicare un leader politico-militare a capo di un regime autoritario) e dandogli del maleducato anche se riconoscendogli del talento:

Nell’aprile del 2009, al momento di assumere la seconda direzione, scrissi che il Corriere — lungo il solco della sua tradizione liberaldemocratica — ambiva a rappresentare «l’Italia che ce la fa». Credo che vi sia riuscito perché è stato indipendente, aperto e onesto. Ha svolto il ruolo che compete a un grande organo d’informazione, orgoglioso dei suoi valori e di una storia di ormai 140 anni. Ha dato spazio e rappresentatività a un’Italia seria, laboriosa, proiettata nel futuro e nella modernità. Il Corriere non è stato il portavoce di nessuno, tanto meno dei suoi troppi e litigiosi azionisti. Non ha fatto sconti al potere, nelle sue varie forme, nemmeno a quello giudiziario. Ha giudicato i governi sui fatti, senza amicizie, pregiudizi o secondi fini. E proprio per questo è stato inviso e criticato. Chi scrive ha avuto lunghe vicende giudiziarie con gli avvocati di Berlusconi, con D’Alema e tanti altri. Al nostro storico ollaboratore Mario Monti — che ebbe, per fortuna dell’Italia, l’incarico dal presidente Napolitano di guidare il governo — non piacquero, per usare un eufemismo, alcuni nostri editoriali. Come a Prodi, del resto, a suo tempo. Pazienza. Del giovane caudillo Renzi,che dire? Un maleducato di talento. Il Corriere ha appoggiato le sue riforme economiche, utili al Paese, ma ha diffidato fortemente del suo modo di interpretare il potere. Disprezza le istituzioni e mal sopporta le critiche. Personalmente mi auguro che Mattarella non firmi l’Italicum. Una legge sbagliata. Ad alcuni miei — ormai ex — azionisti sono risultate indigeste talune cronache finanziarie e giudiziarie. A Torino come a Milano. Se ne sono fatti una ragione. Alla Procura di Milano si sono irritati, e non poco, per come abbiamo trattato il caso Bruti-Robledo? Ancora pazienza.L’elenco potrebbe continuare.

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Da segnalare che nel settembre scorso, in occasione del varo del restyling del Corriere, De Bortoli era stato ugualmente duro con Renzi:

Devo essere sincero: Renzi non mi convince. Non tanto per le idee e il coraggio: apprezzabili, specie in materia di lavoro. Quanto per come gestisce il potere. Se vorrà veramente cambiare verso a questo Paese dovrà guardarsi dal più temibile dei suoi nemici: se stesso. Una personalità egocentrica è irrinunciabile per un leader. Quella del presidente del Consiglio è ipertrofica. Ora, avendo un uomo solo al comando del Paese (e del principale partito), senza veri rivali, la cosa non è irrilevante.

La fine dell’editoriale era ancora più pesante, con l’accenno allo «stantìo odore di massoneria» a proposito del patto del Nazareno, e una risposta tra le righe a chi dice che i poteri forti (o i commentatori dei giornali) di questo paese tifano trojka:

Il patto del Nazareno finirà per eleggere anche il nuovo presidente della Repubblica,forse a inizio 2015. Sarebbe opportunoconoscerne tutti i reali contenuti. Liberandoloda vari sospetti (riguarda anche la Rai?) e, non ultimo, dallo stantio odore di massoneria. Auguriamo a Renzi di farcela e di correggere incorsa i propri errori. Non può fallire perchéfalliremmo anche noi. Un consiglio: quando si specchia al mattino, indossando una camicia bianca, pensi che dietro di lui c’è un Paese che non vuol rischiare di alzare nessuna bandiera straniera (leggi troika). E tantomeno quella bianca. Buon lavoro, di squadra.

Leggi sull’argomento: Perché tutti si eccitano quando il Corriere parla di massoneria?

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