Carla Ruocco e i suoi fardelli

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-09-27

Un articolo del Fatto intitolato «Ruocco e i suoi fratelli (che non la vogliono più)» dice che i suoi compagni la accusano di aver orchestrato la campagna anti-Raggi e la fuga di notizie sulla mail di Di Maio. Evocando per lei punizioni esemplari

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Carla Ruocco ha scelto un basso profilo a Nettuno, quando l’intero direttorio insieme a Beppe Grillo si è stretto intorno a Luigi Di Maio. Come Roberto Fico, che ha ribadito le sue perplessità successivamente, non è sembrata del tutto a suo agio sul palco che ha sancito la pace apparente nel direttorio e fra i grillini e Virginia Raggi. Il motivo forse è facile da intuire: oggi Paola Zanca sul Fatto, in un articolo dal titolo fantastico («Ruocco e i suoi fratelli (che non la vogliono più)» che qui parafrasiamo, dice che i suoi compagni la accusano di aver orchestrato la campagna anti-Raggi e la fuga di notizie sulla mail di Di Maio. Evocando per lei punizioni esemplari.

Carla Ruocco e i suoi fardelli

E se Roberta Lombardi ieri ha smentito alle 2 di notte l’intervista rilasciata nel frattempo a Corriere e Repubblica in cui criticava apertamente Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, lei, laureata in economia e deputata napoletana dalla lunga militanza nel MoVimento 5 Stelle, ha invece tenuto il punto sull’interrogazione presentata contro Salvatore Tutino all’epoca (che Dibba aveva già cominciato a rimangiarsi): «Abbiamo presentato un’interrogazione. È dovere di tutti leggerle, tanto più penso che nel coordinamento generale del M5S sia opportuno prestare attenzione al nostro lavoro in Parlamento. Altrimenti che cosa facciamo a fare gli atti parlamentari?». E ha anche rivendicato il suo ruolo nella scelta di Marcello Minenna come superassessore al bilancio: «Io discuto per competenza. L’economia è il mio settore, e penso che la mia storia professionale parli per me. Sugli assessori come su altro, noi avevamo proposto tutti assieme un’idea del governo della città, condivisa. Ma il sindaco è Raggi, decida lei e poi, qualunque cosa succeda, si assuma le sue responsabilità». Ma il retroscena che racconta Il Fatto ci serve a capire molto di più sui veri termini della questione:

Eppure, dal conclave del Kalesa – il locale dove i Cinque Stelle festeggiano la fine della kermesse palermitana – è la seconda, Carla Ruocco, ad uscire con le ossa più rotte. E per la prima volta si arrivano a evocare per lei provvedimenti esemplari. Un tempo immaginano non ci sarebbero state mezze misure: espulsione. Ora, le nuove regole che da ieri Beppe Grillo ha messo ai voti contemplano soluzioni meno drastiche se non nella sostanza, almeno nella forma: richiami, sospensioni. Comunque clamorose per una che – nonostante tutto – fa ancora parte dei magnifici cinque del cosiddetto Direttorio.
Il punto non è,ovviamente, l’intervista di ieri. Anzi,a Palermo la Ruocco ha tentato di tessere la tela della conciliazione, culminata nel selfie con Grillo ad uso econsumo dei social. Eppure nel Movimento si sono convinti che ci sia lei non solo dietro alla campagna anti-Raggi (dopo le dimissioni di Marcello Minenna da assessore a Roma, le due si salutano a malapena) ma pure dietro all’offensiva mediatica (fallita) contro Luigi Di Maio.

Questo, scrive la Zanca, avrebbe fatto scattare ai piani alti la voglia – anzi, la necessità – di «punizioni esemplari. Non è tollerabile che ci sia chi può permettersi cose che alle seconde file sarebbero negate. Non è accettabile che i rancori personali prevalgano sul bene comune».

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Il tweet di Sergio Santoro ritwittato da Carla Ruocco

Una napoletana a Roma

E allora tanto vale ripercorrerla, la vicenda della Ruocco in quel di Roma, per raccontare come si è arrivati fin qua. Partendo da quegli «incontri pericolosi» a Ostia finiti – assurdamente – nel mirino di Orfini già qualche tempo fa. Passando per quell’incredibile video in cui, con un giro in motorino per il centro della città, voleva dimostrarci che Roma era pulita e finendo poi massacrata dai commenti di critica. Fino ad arrivare alla pietra dello scandalo: nel giorno dell’annuncio di revoca di Virginia Raggi a Carla Raineri come capo di gabinetto la Ruocco ritwitta un tweet di Sergio Santoro, presidente della VI Sezione del Consiglio di Stato, in cui il magistrato contesta le conclusioni dell’Autorità Anticorruzione che hanno consigliato alla sindaca di chiudere il rapporto con la magistrata che era già stata commissaria con Tronca. A prescindere dalle valutazioni di natura legale, che qui non ci interessano, quello che stava succedendo era piuttosto chiaro: si imputava complottisticamente alla Raggi di aver chiesto il parere a Cantone perché sapeva che sarebbe stato negativo. Chissà, forse proprio alla Ruocco pensava la sindaca quando, al telefono con Di Maio e poi a colloquio con il suo portavoce Teodoro Fulgione, diceva che nei 5 Stelle c’era chi creava problemi dall’interno. Di certo alcune perplessità della Ruocco a proposito di Di Maio e Di Battista sono state riportate anche su Supernova, il libro di Canestrari e Biondo che racconta tanti retroscena sul MoVimento 5 Stelle.

Nel gennaio 2015 la fedelissima Carla Ruocco accusa di ingratitudine Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista che dopo la «Notte dell’onestà» a Roma avrebbero affermato di poter fare a meno del comico genovese. Ai funerali di Casaleggio se ne esce con una battuta che riassume lo spirito di questo pamphlet. «Lui è morto, Beppe è isolato e io rimango con questi ragazzini cattivi». Tutti episodi che necessitano di conferma. A modo suo Supernova testimonia l’asprezza della lotta intestina del M5S. Governativi e ortodossi gli uni contro gli altri, con il premio finale rappresentato dalla gestione del database dei blog, ovvero degli iscritti del Movimento.

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La mail inviata da Taverna a Di Maio (Il Messaggero)

E veniamo al punto di maggiore contrasto, ovvero l’email che Luigi Di Maio aveva pericolosamente sottovalutato scambiandola, come dice lui (anche se sembra davvero dubbio), per “un’iniziativa del PD” (mentre la Muraro era indagata da aprile). Come abbiamo già scritto, la foto pubblicata dal Messaggero è stata fatta da un telefono o da una camera che inquadrava un pc, e questo rendeva improbabile l’accusa nei confronti di Paola Taverna (se avesse voluto farla girare avrebbe potuto semplicemente inoltrare la mail). La foto, posto che non sia stata ripresa semplicemente dal Messaggero per la pubblicazione, indica invece che è stata fatta da qualcuno che non aveva nella sua disponibilità la mail, ma poteva solo scattare e inoltrare. Ma questo in ogni modo non dimostra che la Ruocco c’entri qualcosa. Lei intanto proprio oggi a Radio Cusano Campus respinge tutte le accuse: “Ruocco e i suoi fratelli che non la vogliono più? Chiacchiericcio, siamo andati molto bene nella festa a Palermo e chiaramente ci sono tanti articoli che parlano di noi e nell’economia di questi articoli escono anche le ipotesi più fantasiose. Io non ho nessun problema, continuiamo e andiamo avanti per programmi, siamo molto concentrati sui temi, io porto avanti il discorso sulle piccole e medie imprese, vogliamo far ripartire il tour per le PMI, queste sono le cose che ai cittadini interessano realmente, il resto è chiacchiere da bar, non credo interessino veramente alla gente”. Se son sanzioni, sanzioneranno.

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