Beppe Grillo e il voto su Non Statuto e regolamento già a rischio

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-10-28

Finalmente pubblicati i risultati delle votazioni: vince la versione del regolamento con espulsioni, ma ha votato solo il 65% degli aventi diritto. E intanto c’è chi pensa di andare in tribunale per invalidare tutto. “Il ‘record mondiale’ che il M5s rischia, a questo punto, è quello dei Non Statuti annullati”, dice l’avvocato Borré

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Sul blog di Beppe Grillo sono stati finalmente annunciati i risultati della votazione su Non Statuto e Regolamento. I risultati, certificati nell’occasione da DNV GL Business Assurance, sono questi:

– hanno partecipato alla votazione 87.213 iscritti al MoVimento 5 Stelle entro il 1.1.2016 abilitati al voto;
– sul primo quesito “Sei d’accordo nel modificare il non Statuto con il nuovo testo aggiornato proposto”, risultano espressi 86.228 voti totali, suddivisi in 79.007 SI e 7.221 NO;
– sul secondo quesito “Sei d’accordo nel modificare il Regolamento con una delle due versioni aggiornate proposte”, risultano espressi 82.659 voti totali, suddivisi in 75.947 SI e 6.712 NO;
– sul terzo quesito “Nel caso che si proceda alla modifica del Regolamento, quale delle due opzioni preferiresti”, risultano espressi 82.606 voti totali suddivisi in 61.071 preferenze per l’opzione “Preferisco la versione CON le espulsioni” e 21.535 preferenze per l’opzione “Preferisco la versione SENZA espulsioni”.

Beppe Grillo e il voto sul Non Statuto e regolamento già a rischio

Dettaglio importante: il numero di iscritti con diritto di voto era di 135.023, ovvero tutti gli iscritti certificati al primo gennaio 2016. Quindi a votare in assemblea è stato poco meno del 65% degli iscritti, mentre si parlava di un quorum del 75% da raggiungere. Non solo: mentre arrivano i risultati si comincia già a parlare di un ricorso in tribunale da parte di alcuni iscritti per invalidare la votazione e il cambio di regolamento. Gli iscritti hanno anche avviato una raccolta fondi, anche se molti confidano in una soluzione politica del contenzioso anziché in un muro contro muro. D’altro canto il M5S non sembra preoccuparsi più di tanto del risultato raggiunto oggi, anche se gli sms e le continue mail inviate agli iscritti avrebbero potuto far pensare il contrario a taluni maligni:

2) Il MoVimento 5 Stelle è sempre stato contrario alla logica del quorum. Per noi chi partecipa e si attiva conta e ha il diritto di prendere le decisioni. In ogni caso ha votato la maggioranza assoluta degli iscritti.
3) Oltre il 90% di chi ha votato si è espresso a favore dell’aggiornamento del Non Statuto e del Regolamento e più del 70% per il Regolamento nella sua versione con le espulsioni. Faremo in modo che questa chiara volontà venga rispettata in ossequio alle leggi attuali: i nostri avvocati sono già al lavoro per questo.
4) Processi, burocrazie, codici e codicilli non possono fermarci perché siamo uniti e compatti verso lo stesso obbiettivo. Il MoVimento 5 Stelle trova difficoltà a essere riconosciuto dalle leggi attuali perché la sua struttura e organizzazione è molto più innovativa e avanzata di quelle regolamentate dai codici. Proprio per questo il nostro caso è destinato a fare giurisprudenza.

Non solo: la stessa Roberta Lombardi all’ADN Kronos spiega che non ha paura dei tribunali:  «Leggo dichiarazioni di avvocati che hanno fatto del ricorso degli espulsi al M5S una nuova nicchia di business o pronti a portarci in Tribunale solo con l’intento di fermarci: siamo pronti a difendere i nostri ideali, anche nelle Aule dei Tribunali. Ma noi decidiamo con la Rete senza capibastoni di questa o quella corrente. E’ una politica decisa in maniera orizzontale, trasversale e la difendiamo, non temiamo nulla. Se ci porteranno nuovamente in Tribunale», come accaduto prima a Roma e poi a Napoli, «ci difenderemo e vedremo quel che avverrà. Ma ai nostri ideali non rinunciamo, sia chiaro». È significativo che nel comunicato finale il M5S si dica contrario alla logica dei quorum, anche se questa è derivata dall’applicazione di una legge dello Stato. Ma di certo la contrarietà del M5S sarà tenuta nella debita considerazione in eventuali dispute davanti al giudice. D’altro canto Beppe Grillo aveva tranquillamente ammesso che questo voto serviva a proteggerlo dalle azioni legali:

Non sarò solo io a decidere delle espulsioni: il nuovo regolamento prevede tre probiviri che prenderanno questa decisione, in alcuni casi assieme a me in altri in totale autonomia. Quindi ci saranno tre probiviri che saranno eletti in rete che faranno da paravento anche a me, perché ricevo una querela al giorno! E non mi sembra giusto che voi state lì a non fare un cazzo e io prendo le querele. Benissimo: per proteggere un po’ me ci saranno i tre probiviri. Questo regolamento è un passo in avanti per la nostra organizzazione

E d’altro canto a rimarcare la necessità di muoversi per evitare problemi in sede giudiziaria è ribadita dallo stesso comunicato finale: «Processi, burocrazie, codici e codicilli non possono fermarci perché siamo uniti e compatti verso lo stesso obbiettivo». Da segnalare anche che nel post del 20 luglio che annunciava il voto poi abortito si parlava del 75% degli iscritti per chiudere il voto, a dimostrazione che non si era tanto ostili, tre mesi fa, alla “logica del quorum”:
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EDIT: L’avvocato Borré conferma all’ANSA che si pensa a un ricorso giudiziario sul regolamento:

“Alcuni miei assistiti mi hanno già chiamato e stanno valutando il da farsi: il ricorso giudiziario resta l’extrema ratio per far valere i propri diritti visto che la mediazione di una convocazione assembleare per discutere e varare un nuovo Statuto e Regolamento a norma di legge è stata negata”. Lo dice il legale degli espulsi, Lorenzo Borrè, a proposito del nuovo Non Statuto e Regolamento votato on-line dagli iscritti M5s. La strada, conferma, potrebbe essere anche quella di un’azione collettiva, una sorta di ‘class action’ per la quale “si stanno già raccogliendo fondi”. Un ricorso, spiega, può essere intentato subito: “Non è necessario aspettare di essere espulsi o sospesi per ricorrere: il nuovo Non Statuto si potrebbe impugnare già domani”.

Il Collegio dei Probiviri è un paravento per Grillo

Il Collegio dei Probiviri, che si differenzia dal Comitato d’Appello, sarà composto da tre membri nominati dall’assemblea mediante votazione in rete su proposta del capo politico del MoVimento 5 Stelle. Ovvero Grillo farà alcuni nomi (cinque magari) e i tre con più voti diventeranno probiviri. Non male come prova di democrazia diretta, ma nel regolamento è specificato che questi due organismi non hanno alcuna funzione direttiva o rappresentativa; il che tradotto significa che non contano nulla a livello decisionale. Grillo infatti spiega che i probiviri hanno un solo scopo: fare da paravento a lui. pensavate che i probiviri servissero a tutelare la corretta applicazione del regolamento del Cinque Stelle? Evidentemente vi sbagliavate. Le decisioni dei probiviri poi, stando al regolamento in corso di ratifica, non è che sono così vincolanti per il Capo Politico del MoVimento che può sempre annullarle:

Il capo politico del MoVimento 5 Stelle, laddove sia in disaccordo con una sanzione irrogata dal collegio dei probiviri o dal comitato d’appello, ha facoltà di annullarla e, ove la sanzione risulti inflitta dal comitato d’appello, può irrogarne una più lieve.

In caso sia in disaccordo con qualsiasi altra decisione può decidere che a decidere sarà l’assemblea degli iscritti, mediante votazione indetta sulla piattaforma online. Cosa pensate che voterà il Movimento a quel punto?

In ogni caso, il capo politico del MoVimento 5 Stelle, laddove sia in disaccordo con una decisione del collegio dei probiviri o del comitato d’appello, può rimettere la decisione ad una votazione in rete di tutti gli iscritti al MoVimento 5 Stelle. La decisione dell’assemblea degli iscritti è definitiva ed inappellabile, anche se intervenuta su decisione del collegio dei probiviri.

Ma Beppe mente quando dice che non sarà solo lui a decidere delle espulsioni, mente perché alla luce di quanto scritto nello statuto dell’Associazione MoVimento 5 Stelle (non quella che ha compiuto sette anni ieri ma quella nata nel 2012) è il Presidente che ha facoltà di “disporre le espulsioni di iscritti online al MoVimento 5 Stelle“. Stranamente poi Beppe Grillo non fa alcun riferimento al Comitato d’Appello la cui nomina invece è fortemente orientata dal Consiglio Direttivo dell’Associazione MoVimento 5 Stelle (quella del 2012). Il Comitato d’Appello è quell’organo del Cinque Stelle al quale gli iscritti possono appellarsi in seguito ad una decisione del Collegio dei Probiviri (la cui decisione può in ogni caso essere stravolta da Grillo se non è d’accordo).
statuti movimento 5 stelle comitato d'appello
Il Consiglio Direttivo (Beppe Grillo, Enrico Grillo e il commercialista di Enrico Maria Nadasi) propone all’assemblea degli iscritti online (che è cosa formalmente e fattivamente ben diversa dall’Assemblea dell’Associazione) una rosa di cinque nominativi. Ma attenzione, dei tre membri del Comitato d’Appello solo due verranno eletti dagli iscritti, così come indicato anche in modo abbastanza oscuro dal punto d) dell’articolo 2 del Regolamento con espulsioni (ovvero il nuovo regolamento attualmente al voto):

2. Sono rimessi all’assemblea mediante votazione in rete i seguenti argomenti:
d) nomina dei membri di competenza dell’assemblea del comitato d’appello e del collegio dei probiviri;

uno invece verrà nominato direttamente dal Consiglio Direttivo, quindi sostanzialmente dovrà rispondere a Beppe Grillo e non agli iscritti online del MoVimento, il ruolo decisionale dell’Associazione MoVimento 5 Stelle (del 2012) è messo nero su bianco fin dal primo regolamento, probabilmente però gli iscritti online ritengono si tratti di quella fondata nell’ottobre del 2009, ma non è così, perché si parla proprio di quella in mano ai due Grillo e al commercialista di Beppe.

6. Il comitato d’appello è composto di tre membri, due nominati dall’assemblea mediante votazione in rete tra una rosa di cinque nominativi proposti dal consiglio direttivo dell’associazione MoVimento 5 Stelle ed uno dal consiglio direttivo dell’associazione medesima. I componenti del comitato d’appello sono nominati tra iscritti

Sui probiviri sappiamo invece che hanno la semplice funzione di paravento della figura del Capo Politico, che non può a quanto pare essere citato in giudizio, forse perché è anche “garante” del Partito. Un piccolo passo per il MoVimento un grande passo per Beppe Grillo.

Leggi sull’argomento: Il nuovo regolamento del M5S serve solo a proteggere Beppe Grillo

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