Alessandro Di Battista e la verità sulla stepchild adoption

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-03-02

Il deputato grillino a Ballarò dice che sulla libertà di coscienza hanno deciso “Grillo e Casaleggio”. Poi dice che il M5S rispetta la volontà degli iscritti. Una delle due frasi è falsa.

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Un simpatico minuetto è andato in scena ieri a Ballarò nell’intervista ad Alessandro Di Battista condotta da Massimo Giannini nel momento in cui è intervenuto Ferruccio De Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera. Il botta e risposta è stato davvero significativo e soprattutto la replica trascritta dell’onorevole ci fa capire alcune cose sul MoVimento 5 Stelle e sulla vicenda della libertà di coscienza sulla stepchild adoption.

Alessandro Di Battista a Ballarò di next-quotidiano
De Bortoli chiede a Di Battista chi comanda nel M5S: “Se comanda Grillo il cui nome era nel simbolo posso anche capirlo, ma se comanda Casaleggio, che non è stato eletto, non c’è trasparenza. Qual è la catena di decisione che porta Grillo a dire alcune cose come quella di oggi o la libertà di coscienza?». La risposta di Di Battista:

«Facciamo chiarezza subito. Nel MoVimento 5 Stelle comandano i cittadini italiani. Grillo ha fatto un passo di lato, Casaleggio è una persona eccellente che non è stata eletta e che non comanda affatto. È una persona che oggi subisce un quantitativo di letame quotidiano perché si è messo di traverso al sistema partitocratico insieme a Beppe e ai cittadini del MoVimento. Io non ascolto Gianroberto Casaleggio? Che ci parliamo? Che ci diamo consigli reciproci? Assolutamente sì. Qual è la direttiva? Sulla libertà di coscienza sulla stepchild adoption quando si sapeva perfettamente che i voti in Senato c’erano? A Roma chi ha deciso il candidato sindaco? Io? Grillo? Casaleggio? Lo hanno deciso gli iscritti del MoVimento. Le assicuro che in tre anni al Parlamento non ho mai chiesto l’autorizzazione per una votazione. Lei può credere quello che vuole. Quando il M5S ha violato un punto del programma con i cittadini?».

La parte più interessante della replica di Di Battista riguarda la questione della libertà di coscienza e della volontà popolare che il M5S non avrebbe violato. In primo luogo dal contesto si capisce che Di Battista ammette che sulla questione della libertà di coscienza sulla stepchild adoption hanno deciso Grillo e Casaleggio. Di Battista si giustifica sottolineando falsamente che sulla SA “i voti c’erano”: in realtà, come sappiamo, con il M5S non compatto, i voti su cui si reggeva l’ok all’articolo della legge Cirinnà erano appena cinque (le defezioni dei 5S erano cinque, quelle del PD trenta).

stepchild adoption 4 voti
I conti del voto sulla Stepchild Adoption (Corriere della Sera, 21 febbraio 2016)

Ma il punto non è questo. Il punto è che sulla legge Cirinnà il MoVimento 5 Stelle aveva votato in maniera difforme rispetto alla successiva decisione di Grillo e Casaleggio. Il senatore Alberto Airola, mai smentito ufficialmente dal direttorio di cui fa parte Alessandro Di Battista, aveva infatti spiegato in più occasioni che il 28 ottobre 2014 (quindi in tempi decisamente non sospetti per il Family Day) si era tenuta una consultazione online su unioni civili e convivenze, ovvero proprio sul testo base del DDL Cirinnà che era allora in discussione in commissione giustizia al Senato. Già all’epoca c’è da dire alcuni iscritti certificati del blog di Grillo (21.360 hanno votato sì e 3.908 no) avevano espresso la loro contrarietà al DDL perché si faceva riferimento alle “adozioni gay”. Come abbiamo spiegato, e come ha spiegato anche il senatore-portavoce Alberto Airola in un post su Facebook la Stepchild Adoption non significa “adozioni gay”, ma una cosa sostanzialmente – e nella forma – ben diversa:
paolo palleschi family day m5s espulsione cirinnà - 2
Nessuno dei vertici del MoVimento 5 Stelle contestò allora pubblicamente i risultati: alla fine di ottobre 2014, per tutto il 2015 e fino alla decisione di Grillo e Casaleggio (come certificato da Di Battista) a febbraio la linea del M5S era quella spiegata, affermata e a volte anche urlata da Alberto Airola, quel tizio che diceva che erano i “giornalisti servi” a inventarsi che il M5S ci stava ripensando sulla Stepchild Adoption. E mentre forse oggi qualcuno dovrebbe ridefinire il concetto di “servo”, da quello che ha detto Di Battista a Ballarò si evince che Grillo e Casaleggio hanno in effetti deciso sulla libertà di coscienza per la Stepchild Adoption mentre gli iscritti al M5S avevano votato diversamente e quel voto non è stato ripetuto. E per fortuna che nel M5S “comandano i cittadini”!

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