Yonghong Li e l’acquisto del Milan

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Milena Gabanelli racconta la vicenda dell'acquisizione del club calcistico dalla famiglia Berlusconi: la cassaforte del finanziere quando comprò il club era già vuota. Ora la condanna: «Patrimonio all’asta su Taobao, ripaghi le banche»

La puntata di Dataroom, nuova rubrica di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera, parla oggi delle vicende finanziarie di Yonghong Li, il 48enne imprenditore cinese residente a Hong Kong che ha pagato 740 milioni alla Fininvest per comprarsi il Milan. Yonghong Li è titolare di una holding insolvente, le banche creditrici gli hanno fatto causa e il tribunale ha stabilito che, per saldare i debiti, il patrimonio della holding vada all’asta. Pochi giorni fa, spiega ancora il quotidiano, la China Securities Regulatory Commission, la Consob di Pechino, ha comunicato l ’avvio di indagini per presunti illeciti sul mercato commessi dalla holding che si chiama «Shenzhen Jie Ande»: ha tenuto nascoste per mesi la sentenza e l’insolvenza.



La cronologia dell’acquisto del Milan (Corriere della Sera, 18 febbraio 2018)

Mister Li, accusa il quotidiano, ha esibito sul tavolo della trattativa le credenziali di una sua società-cassaforte che era già da tempo insolvente. Su Taobao, l’eBay cinese, doveva finire all’asta qualche sua proprietà ma alla fine la battitura è stata rinviata perché incombe un’altra richiesta di fallimento.

Yonghong Li e l’acquisto del Milan (Corriere della Sera, 18 febbraio 2018)

E qui, si chiede Gabanelli:



A questo punto i casi sono tre.
1) Li è realmente molto ricco, finora ha tenuto nascosto il suo vero tesoro che forse non può far emergere, e non paga i debiti perché è distratto.
2) Ha fregato tutti ed è un mitomane.
3) Si è prestato a interpretare la parte in un gioco più grande di lui nel quale i soldi e le garanzie non sono suoi.
4) L’importante è che il Milan non finisca su Taobao.

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