La puntata di Dataroom, nuova rubrica di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera, parla oggi delle vicende finanziarie di Yonghong Li, il 48enne imprenditore cinese residente a Hong Kong che ha pagato 740 milioni alla Fininvest per comprarsi il Milan. Yonghong Li è titolare di una holding insolvente, le banche creditrici gli hanno fatto causa e il tribunale ha stabilito che, per saldare i debiti, il patrimonio della holding vada all’asta. Pochi giorni fa, spiega ancora il quotidiano, la China Securities Regulatory Commission, la Consob di Pechino, ha comunicato l ’avvio di indagini per presunti illeciti sul mercato commessi dalla holding che si chiama «Shenzhen Jie Ande»: ha tenuto nascoste per mesi la sentenza e l’insolvenza.
Mister Li, accusa il quotidiano, ha esibito sul tavolo della trattativa le credenziali di una sua società-cassaforte che era già da tempo insolvente. Su Taobao, l’eBay cinese, doveva finire all’asta qualche sua proprietà ma alla fine la battitura è stata rinviata perché incombe un’altra richiesta di fallimento.
E qui, si chiede Gabanelli:
A questo punto i casi sono tre.
1) Li è realmente molto ricco, finora ha tenuto nascosto il suo vero tesoro che forse non può far emergere, e non paga i debiti perché è distratto.
2) Ha fregato tutti ed è un mitomane.
3) Si è prestato a interpretare la parte in un gioco più grande di lui nel quale i soldi e le garanzie non sono suoi.
4) L’importante è che il Milan non finisca su Taobao.