E Virginia Raggi chiede le caserme che già ha

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-09-03

La sindaca ha chiesto le strutture al ministero. Ma ne ha già sei a disposizione. Il Comune però non ha effettuato i lavori nonostante i fondi a disposizione

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Su Facebook e davanti alle telecamere Virginia Raggi era stata davvero perentoria: «Per emergenza casa dare caserme vuote a chi da anni è regolarmente in lista d’attesa per un alloggio pubblico. A Roma ci sono oltre diecimila persone in lista d’attesa per un alloggio pubblico. È un’emergenza sulla quale è necessario intervenire». Ma, racconta oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, sei caserme sono già a disposizione del Comune di Roma dal 2014. Si tratta di stabili che si trovano sia in centro che in periferia, e che dunque sono idonei per l’emergenza.

Eppure non risulta che dal momento del suo insediamento abbia attivato i lavori di ristrutturazione, né che lo abbia fatto in seguito, quando si è posto il problema di trovare alloggi alternativi per liberare i palazzi occupati. E questo nonostante sia stata informata della disponibilità di quegli immobili da alcuni funzionari del Comune e anche dall’ex assessore Paolo Berdini.
Era stato il sindaco Ignazio Marino, il 7 agosto 2014, a firmare il protocollo d’intesa con il ministro Roberta Pinotti «per la razionalizzazione e la valorizzazione di immobili militari presenti nel territorio gli edifid del gli stabili che ministero della secondo un Difesa che censimento sono a richiesto dalla disposizione giunta guidata del da Virginia Campidoglio Raggi sono sin dal 2014: si occupati in tratta di stabili modo illegale ubicati sia in nella capitale centro sia in periferia comunale».
L’accordo riguardava sei caserme: la «Ulivell » in via Trionfale, la «Ruffo» in via Tiburtina, la «Donato» in via del Trullo, lo Stabilimento trasmissioni di viale Angelico, la Direzione magazzini commissariato in via del Porto Fluviale, il Forte Boccea e l’area libera adiacente in via di Boccea.

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L’infografica del Corriere della Sera sulle sei caserme a disposizione del Comune di Roma (3 settembre 2017)

Di queste sei, tre sono state consegnate subito all’amministrazione comunale e c’è la firma di un funzionario sul documento che lo attesta.

Più volte nel corso degli anni si è ipotizzato di effettuare i lavori di ristrutturazione anche perché ciò avrebbe fatto salire il valore complessivo a oltre due miliardi e mezzo di euro. Non a caso nel dicembre scorso l’allora assessore all’Urbanistica Berdini aveva proposto a Raggi di utilizzare la «Buffo» e la «Donato» proprio per fare fronte alle emergenze legate alla casa. Lui riteneva che all’interno dei due stabili si potessero ricavare dei piccoli appartamenti da destinare a chi era in attesa di un alloggio popolare. Un’ipotesi che evidentemente la sindaca non ha ritenuto di prendere in considerazione, anche tenendo conto che dopo poco Berdini è stato costretto a lasciare la giunta dopo la pubblicazione dell’intervista sul quotidiano la Stampa durante la quale si lasciava andare a giudizi tutt’altro che teneri su Raggi e i suoi fedelissimi.
Due giorni fa è stata però proprio la sindaca a chiedere a Minniti la possibilità di utilizzare le caserme e appena uscita dal Viminale lo ha ripetuto davanti alle telecamere. In realtà non aveva bisogno di alcun permesso. Avrebbe potuto farlo di propria iniziativa appena arrivata in Campidoglio, senza bisogno di rivolgersi al governo. E soprattutto evitando che si creasse una situazione grave come quella di via Curtatone. Esattamente quello che è già stato fatto in altre città come Firenze, Torino, Milano e Siracusa dove analoghi accordi hanno consentito ai sindaci di gestire i palazzi dei militari.

EDIT: Giovanni Caudo, assessore di Marino, su Facebook precisa:

Sulle Caserme e sull’attuazione del protocollo firmato da Marino e dal Ministro Pinotti il 7 agosto del 2014: 430 giorni di lavoro della Giunta Marino vanificati da 1037 giorni (Tronca e Raggi) di niente, anzi peggio di inadempienze e disattenzioni volute.
Si legge sui giornali di oggi (più o meno su tutti alla stessa maniera) che “il Protocollo di intesa siglato ad agosto 2014 dall’amministrazione di Ignazio Marino con il Ministro della Difesa Roberta Pinotti, per la dismissione e valorizzazione di sei ex caserme inutilizzate, non è stato mai attuato dal Comune, ed ora è in attesa di essere rinnovato.”
La verità è l’esatto contrario: dopo la caduta improvvisa della Giunta Marino nessun adempimento è più stato fatto dall’attuale Giunta (né dal Commissario Tronca) vanificando tutto il lavoro fatto. Il tentativo di scaricare le colpe sulla Giunta Marino nasconde inadempienze amministrative, omissioni e precise responsabilità politiche dell’attuale amministrazione. Penso in particolare alla Caserma Ulivelli (Forte Trionfale) per il recupero della quale è stato fatto decadere, nel maggio 2017, il tempo per l’attuazione del piano di recupero che noi avevamo predisposto.
Il protocollo riguardava la valorizzazione di quattro caserme, per la sua attuazione fu insediato presso l’assessorato all’Urbanistica un tavolo di lavoro composto dalla Task Force della Difesa, guidata dal Generale Caporotundo, dall’Agenzia del Demanio e dal Comune di Roma, che definì le priorità e che tra settembre 2014 e ottobre 2015 si riunì due volte al mese (poi il sindaco è stato dimissionato) portando a compimento atti e delibere con un lavoro di squadra e di piena e fattiva collaborazione tra istituzioni.
Qui di seguito date e atti.
1. Caserma Ulivelli. Novembre 2014 – Delibera di giunta per la valorizzazione urbanistica e la definizione del Piano di recupero. Realizzazione del Parco, recupero dei manufatti storici, trasformazione dell’edificio Missana nella sede del Municipio XIV e realizzazione di alloggi. Approvazione in Assemblea Capitolina della perimetrazione del Piano di Recupero e della Variante urbanistica DAC n. 27 del 28 Maggio 2015. Entro due anni approvazione definitiva in Assemblea Capitolina del Piano di Recupero e avvio dei lavori (Maggio 2017 il tempo è stato fatto scadere, il progetto ha perso efficacia, si dovrà ricominciare da capo).
2. Caserma Donato (Trullo). Attuazione della valorizzazione in coerenza con Il PRG vigente, redazione del Programma integrato per la realizzazione di due edifici pubblici (Caserma dei Carabinieri, sede dell’Archivio del MIBACT), spazi per attività artigianali e produttive e quota residenziale. Delibera di Giunta predisposta firmata e pronta per l’approvazione, lasciata al Prefetto Tronca nell’ottobre 2015. (Punto 3 delle proposte di deliberazione predisposte, firmate e trasmesse al segretariato di cui alla lettera al prefetto Tronca, prot. 177121 del 30 ottobre 2015).
3. Caserma Ruffo (Tiburtina). Definizione dei contenuti urbanistici per la trasformazione, mantenimento dell’attuale Palazzina Comando da destinare a uffici per ridurre i fitti passivi della pubblica amministrazione, utilizzazione dell’area del forte per attrezzature pubbliche a servizio del quartiere e intervento residenziale di circa 25 mila mq, di cui la metà pubblici. Predisposizione del bando per la manifestazione di interesse da parte di soggetti privati per la trasformazione urbanistica.
4. Caserma di Viale Angelico. Fu lasciata in coda nelle priorità per volontà della Difesa in attesa di risolvere gli usi residenziali che ancora insistono sull’area da parte di militari o di loro eredi cosiddetti “sine titulo”.
Il protocollo inoltre dava il possesso anticipato di:
– Forte Boccea per il quale l’unica destinazione compatibile è l’uso pubblico a Parco pubblico, mentre per le aree esterne fu predisposto un progetto, di intesa con il Municipio, da parte dell’ufficio Commercio per lo spostamento del mercato rionale nell’area esterna e antistante il Forte.
– Ex Magazzino dell’Aeronautica in via del Porto Fluviale, stabile occupato che doveva essere oggetto di intervento nell’ambito della delibera della Regione Lazio sull’emergenza abitativa del dicembre 2014 il cui stanziamento di risorse è però avvenuto dopo la caduta del sindaco Marino.

Leggi sull’argomento: I torti opposti di Zingaretti e Virginia Raggi su Piazza Indipendenza

 

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