Lo strano caso della villa milionaria del veggente di Medjugorje

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-03-31

Mentre la Chiesa ancora non si è ancora pronunciata a proposito delle apparizioni della Madonna a Medjugorje ieri sera Piazza Pulita ci ha mostrato alcuni aspetti curiosi del business della fede messo in piede dai sei veggenti.

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Monsignor Henryk Hoser, l’inviato del Papa a Medjugorje, è arrivato mercoledì pomeriggio nella piccola città della Bosnia Erzegovina per svolgere la missione affidatagli dal Pontefice. Una missione che non ha lo scopo di accertare se le famose e regolari apparizioni della Madonna in quello che è diventato uno dei più importanti santuari mariani siano vere ma per «acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale di quella realtà e, soprattutto delle esigenze dei fedeli che vi giungono in pellegrinaggio e, in base ad esse, suggerire eventuali iniziative pastorali per il futuro». Il compito dell’inviato papale è quindi quello di valutare l’operato dei frati francescani minori che gestiscono la parrocchia di Medjugorje e che da tempo sono in “guerra” con la diocesi di Mostar dalla quale dipendono.
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L’imbroglio delle apparizioni programmate

A inizio marzo infatti il vescovo di Mostar, monsignor Ratko Peric, ha pubblicato sul sito della diocesi un documento dove dichiara apertamente che le apparizioni della Madonna di Medjugorje non sono autentiche: sono un inganno operato dai sei veggenti che ad orari e in date ben precise (chi tutti i giorni, chi una volta al mese, chi a Natale) sostengono di vedere la Madonna, di poterle parlare e addirittura di poterle dare degli ordini. Secondo monsignor Peric i milioni di pellegrini che si sono recati nella cittadina bosniaca per assistere alle apparizioni “programmate” della Madonna sono vittime di un imbroglio perché la Madonna non è mai apparsa a Medjugorje. Ufficialmente invece il Vaticano non si è ancora pronunciato sulla veridicità delle apparizioni mariane ma il vero problema è quello rappresentato dal business milionario che si è venuto a creare attorno al santuario. Le dimensioni di questa industria della fede l’abbiamo vista ieri sera a Piazza Pulita: alberghi, negozi di souvenir, centri di preghiera con annesso hotel e sala conferenze dove una delle veggenti ogni giorni alle sei del pomeriggio vede la Madonna, tour operator e quant’altro. L’intera città – come ad esempio Lourdes – è devota al business delle apparizioni della Madonna e a quanto pare i veggenti non conducono una vita modesta, tutt’altro. Sarà un caso ma quasi tutti sono proprietari di strutture alberghiere e negozi di souvenir e anche i “centri di meditazione” e di preghiera (come il Magnificat della veggente Marja) non sono altro che alberghi. Perché non c’è dubbio che grazie alla storia delle apparizioni i sei veggenti si siano arricchiti.

La facciata della casa del veggente Ivan [via Google Maps]

Gli alberghi e le società di viaggi dei veggenti

Uno di loro, Ivan Dragičević, si è trasferito negli USA e ora vive con la moglie – ex Miss Massachusset – nei sobborghi di Boston in una casa con piscina che pare abbia un valore di un milione di dollari. Ivan e la moglie Laureen però non vivono tutto l’anno negli States, per alcuni mesi soggiornano a Medjugorje dove il veggente continua a svolgere la sua attività di tour operator delle apparizioni della Madonna: Ivan infatti aveva messo su un’agenzia che offriva pacchetti “tutto compreso” per assistere (si fa per dire) alle apparizioni. Del resto i veggenti sono molto fortunati perché per vedere la Madonna non devono per forza stare a Medjugorje: le visioni le possono avere ovunque e questo consente loro di fare dei tour delle apparizioni per “portare” la Madonna nel Mondo. Pare ad esempio che Ivan abbia chiesto alla madre di Cristo di non apparirgli durante il volo intercontinentale “per non spaventare i passeggeri” e la Madonna – molto graziosamente – ha acconsentito. Paolo Brosio, che ieri era presente in studio da Corrado Formigli, ha difeso il modello di business perché in fondo se ci sono così tanti pellegrini desiderosi di vivere un’esperienza di fede qualcuno dovrà pur provvedere a dare loro un tetto, qualcosa da mangiare e altri generi di conforto kitsch.
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Insomma i veggenti e anche i tanti italiani che hanno aperto un esercizio commerciale ai piedi del santuario li fanno per i soldi però è uno sporco lavoro e qualcuno deve pur farlo, senza contare che questi “benefattori” fanno girare l’economia e danno lavoro a tante brave persone. Ma è poi vero? Ieri in finale di puntata si è discusso di problemi relativi al pagamento delle tasse e all’ipotesi di elusione fiscale. Quanto resta a Medjugorje di quell’immenso fiume di denaro che transita anche (ma non solo) per le società gestite dai veggenti? Secondo una ricerca riportata dal Piccolo di Trieste e condotta da Vencel Culjak della Facoltà di Scienze Sociali dell’Università Hercegovina il turismo della fede nella piccola città bosniaca dal 1981 (anno della prima apparizione) al 2013 ha generato un giro d’affari pari a 2,85 miliardi di euro (90 milioni di euro l’anno spesi dai turisti in gadget e alberghi) con guadagni anche per la Chiesa Cattolica locale che avrebbe incassato 290 milioni di euro in donazioni. Senza contare le spese di viaggio (8,5 miliardi di euro) che fanno lievitare il denaro passato per Medjugorje a 11 miliardi di euro. Passati appunto, perché a quanto pare la maggior parte degli esercizi commerciali non avrebbe licenza e preferisce fare tutto in nero (fino al 70% degli incassi non verrebbe dichiarato). Ad esempio la tassa di soggiorno locale in base ai flussi di pellegrini dovrebbe generare introiti per 600.000 euro l’anno ma nelle casse del paesino ne arrivano appena quarantamila.
Foto di copertina: la casa di Ivan Dragičević in Massachusset

Leggi sull’argomento: La Madonna di Medjugorje è un imbroglio

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